Un’altra settimana burrascosa per Finaria (e quindi in particolare per Meridi e per il Catania) si è aperta quest’oggi. Burrascosa perché emergono tratti che riguardano il futuro della matricola rossazzurra 11700, futuro sempre incerto e attorno al quale ruotano interessi e diatribe che aprono ad uno scenario fitto di ombre che vanno dissipate dai fatti che accadranno nel tempo. Sul fronte Meridi altri avvenimenti passati hanno accelerato il processo che porterà ad un giudizio sull’epilogo di quest’azienda.
Un dato è certo, lo fornisce Unica Sport quest’oggi, raccontando dell’avvio della procedura di concordato preventivo in bianco per Finaria. Noi di Antenna Uno Notizie avevamo annunciato l’inizio di manovre burocratiche che avrebbero avuto un significato in chiave Finaria e quindi anche in chiave Catania, eccoci al passo dunque. Cosa significa in soldoni, e quali conseguenze ha questa iniziativa sul futuro del sodalizio etneo? Meglio fare un po’ di chiarezza in tal senso, alberga un po’ di confusione. Accedere alla procedura significa sostanzialmente far prendere parte al Tribunale di Catania delle vicende e della vita quotidiana della holding Finaria, questo è sinonimo di monitoraggio in tempo reale delle attività, comprese quelle che riguardano – visto lo stato di liquidazione di Finaria – la cessione degli apparati che costituiscono la holding. Fatto il prezzo per la vendita, il Tribunale lo valuta, prende visione delle offerte che arrivano per fare un esempio, offerte che quindi non possono “passare inosservate”, questo è assolutamente impossibile che accada. Il piano di rientro è ancora in fase di redazione, e non ce n’erano altri già pronti sul tavolo prima di adesso. Dopo l’avvio della procedura, 120 giorni per produrre un planning che possa essere giudicato e approvato. Un altro aspetto da chiarire, prima di andare a ricercare le conclusioni di quanto sta avvenendo in questi giorni e in queste ore. I due studi che si occupavano fattivamente di trattare la cessione del Calcio Catania sono momentaneamente messi da parte, per due ragioni distinte: da una parte lo studio Gitto ha rinunciato all’incarico, come perviene da fonti interne alla società etnea, dall’altra il legame con il GOP di Roma è momentaneamente saltato, proprio dopo l’accesso al concordato ma non è da escludere la possibilità di un nuovo accordo. Smentita dunque la diceria che voleva oggi un incontro in chiave cessione. La cordata rappresentata dal Comitato di Pagliara e Pellegrino non ha mollato un centrimetro, ma non vuole cedere a meccanismi per il rilancio dell’offerta, avendo tutto sommato ben chiaro quanto è nelle proprie possibilità per acquisire le quote societarie. Tutto il resto è noia. Si sapeva già di agire nel bel mezzo di una tempesta.
Riavvolgendo il nastro, la futura costante presenza di commissari da una parte e giudici dall’altra ha certamente un valore, avrà valore l’offerta della cordata in quest’ottica e poi ci sono le intenzioni processabili o meno processabili, questo è un aspetto che valuterà ciascuno in via individuale. E su queste è difficile andare a dare una chiara indicazione. La cessione è l’unico mezzo utile per non vanificare anni si storia e successi, ma anche di cocenti delusioni per la matricola tanto spesso citata. Passa da questo e da poco altro il futuro…