Si conclude la seconda settimana di Filo Diretto – Speciale Fase 2 Coronavirus. Nella puntata odierna abbiamo intervistato il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. Le tematiche ambientali hanno caratterizzato l’intervento dell’appuntamento odierno. Potete seguirci, ogni giorno dal lunedì al venerdì in appendice al radiotg delle 13:00, sul canale Bella Tv (814 del digitale) in tutto il territorio regionale e ascoltare in radio in tutta la Sicilia centro orientale (frequenza 103.7 FM).
“La giornata è particolare: deve emergere una riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta. Speriamo e auspichiamo che qualcosa stia cominciando a cambiare anche in considerazione dell’esperienza drammatica vissuta in questi mesi relativa alla diffusione del Covid-19. Ormai è stato accertato che la propagazione del virus si è verificata maggiormente in territori, sia italiani che globali, in cui ci sono tassi di inquinamento molto elevati. Quindi questo è un elemento che deve farci riflettere. Speriamo che questo percorso difficile non ci riporti alla normalità che abbiamo conosciuto prima della tragica situazione. Dobbiamo piuttosto fare tesoro di tutto questo e auspichiamo che ci sia una svolta al modo di rapportarci alla vita del nostro pianeta e alla nostra cominciando a cambiare i nostri modi di vivere. La giornata di oggi ci deve far comprendere e riflettere ulteriormente su questa questione. Iniziative odierne? Siamo ovviamente condizionati sia dalla pioggia – almeno per quanto riguarda Palermo – ma anche e soprattutto dalle misure, giuste, di distanziamento sociale e gestione della nuova fase per fronteggiare la diffusione del Coronavirus. La situazione è stata pesante prima e continuerà ad esserlo almeno fino all’autunno poi speriamo che migliori tutta la condizione. La nostra associazione agisce con un rapporto diretto con i cittadini. Quindi le disposizioni di contenimento del virus ci hanno impedito di svolgere attività che abitualmente facciamo. Noi a fine maggio, da più di 25 anni, organizziamo una delle manifestazioni più belle: Spiagge e Fondali puliti. In quei giorni centinaia di ragazzi, studenti e bambini si recavano nelle spiagge per ripulirle dai rifiuti. Il tema del beach litter, dei rifiuti spiaggiati, della tanta plastica che c’è in mare e nelle spiagge è diventato di grandissima sensibilità quindi sarebbe stata una straordinaria edizione. L’abbiamo voluta spostare a settembre. Noi manteniamo il nostro impegno e la nostra mission che in questi mesi abbiamo dovuto adattare. Speriamo di ricominciare dall’autunno il lavoro di contatto diretto e sensibilizzazione diretta con i cittadini che ci sostengono e condividono le nostre battaglie”.
Nella giornata di ieri è stata condotta un’operazione dalla Guardia di Finanza di Catania che ha portato alla luce un sistema criminale nel mondo della discarica di Lentini, nel siracusano. A tal proposito è intervenuto l’assessore della Regione Siciliana, Alberto Pierobon.
“L’inchiesta di Catania ci fa sentire meno soli e ci conforta sulle iniziative sin qui avviate. Tra queste l’aumento della raccolta differenziata: che vuol dire maggiori quantità di rifiuti sottratte alla discarica e altre quantità che vengono avviate a recupero. E ancora il potenziamento dell’impiantistica pubblica, la mancata copertura tramite ordinanze emergenziali di gestioni derogatorie e l’avvio con atti di indirizzo e linee guida di maggiore ordine, trasparenza e responsabilizzazione di tutti i soggetti pubblici e privati che gestiscono i rifiuti. Tutto questo si trova anche nel Piano regionale di gestione dei rifiuti che è pronto da tempo ed anche alla commissione V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica). Programma che si trova pure nel DDL di riforma dei rifiuti che giace presso l’ARS e in altre iniziative che servono di supporto a tutta la messa in ordine del mondo dei rifiuti. Ringraziamo le Forze dell’Ordine e la Procura per tutto quello che stanno facendo”.
Zanna commenta le parole del componente del governo Musumeci relative al sistema di gestione di rifiuti in Sicilia.
“L’assessore Pierobon ha ragione nell’obiettivo che questo governo si pone però tra il dire e il fare c’è di mezzo qualche discarica di troppo. Ormai questo governo da due anni e mezzo, quasi tre, opera in Sicilia e non può essere più una giustificazione dire che si è appena arrivati perché è passato un lasso di tempo importante. Apprezziamo, e lo abbiamo più volte sottolineato, che almeno in questi due anni e mezzo, forse anche grazie al nostro modesto contributo con il progetto che portiamo avanti in Sicilia che abbiamo denominato Sicilia Munnizza Free, finalmente si parla e si opera nella differenziata: questo però è totalmente insufficiente. Siamo ancora molto, molto lontani dagli obiettivi che dovremmo avere, che una regione moderna deve avere. Perché è stato fatto ovunque, anche nelle regioni italiane meridionali. Vorrei, infatti, ricordare che la Campania è ormai una delle regioni più virtuose nell’ambito della raccolta differenziata. Parliamo di livelli maggiori alla Liguria e alla Toscana nella percentuale. Quindi cosa si continua a fare male? Purtroppo il tema dell’inchiesta molto forte di ieri della Guardia di Finanza è quello centrale più volte ribadito, anche commentando in maniera critica il lavoro svolto dalla Commissione regionale antimafia che ha redatto una relazione sul ciclo regionale dei rifiuti. Noi ci aspettavamo qualcosa di meglio da quella Commissione che si è soffermata purtroppo su uno dei problemi più importanti: le discariche. Però ci sono tante altre questioni legate al ciclo dei rifiuti nella nostra regione. Siamo costretti a parlare delle discariche. Questo succede perché in Sicilia, nonostante gli sforzi fatti per la raccolta differenziata – ribadisce -, si parla di ampliamenti di discariche compresa questa della famiglia Leonardi che recentemente ha avuto un ampliamento e ha già presentato una richiesta per aumentare la propria capacità di altri 4 milioni di tonnellate. La Regione Siciliana, governo Crocetta, ha eliminato i soldi per fare impianti di compostaggio per realizzare altre tre nuove discariche: Enna, Gela e quella ancora non individuata nel messinese. Inoltre il nuovo Piano di rifiuti prevede la realizzazione di altre cinque discariche. Si danno tanti soldi e si continuano a buttare, questo accade ad esempio per la discarica di Bellolampo a Palermo. Su questo tema non si salva nessuno. Non c’è una discarica pubblica che è bella e pulita e una privata brutta, sporca e luogo in cui alberga il lucro e si distribuiscono mazzette. Le discariche fanno tutte schifo, scusate il francesismo, e sono brutte, puzzolenti e non servono. Fanno solo danno come si evince dalle inchieste. Noi, come in altri casi, ci costituiremo parte civile così come fatto in tante altre indagini emerse in questi anni sul tema dei rifiuti. Non potremmo fare altrimenti sia per coerenza, sia per la battaglia da portare avanti contro chi avvelena la nostra terra e in particolare chi prende dei soldi per gestire dei rifiuti in modo illegale. E ancora per la battaglia di Legambiente per ottenere la legge sugli ecoreati, approvata quattro anni fa dal Parlamento, che è stata una svolta. Proprio su questa legge numerose procure si sono attivate. Quindi ferma denuncia e dura opposizione alle discariche che bisogna chiudere per non continuare a portare rifiuti in queste nauseabonde zone. Bisogna rafforzare la raccolta differenziata, non sappiamo più quali sono le percentuali relative alla Sicilia, anche perché abbiamo la netta sensazione che a causa dell’emergenza Covid-19 si siano fatti passi indietro sulla differenziata. Quindi riprendiamola con forza e costringiamo Palermo, Catania, Messina e Siracusa, grandi città in cui viene prodotto più del 50% dei rifiuti siculi, a fare la raccolta differenziata. Fino a quando queste città avranno percentuali irrisorie sul tema noi non risolveremo mai il problema dei rifiuti in Sicilia e alimenteremo questo perverso illegale sistema delle discariche. Tempistiche per migliorare situazione? Nessuno ha la bacchetta magica, penso che si stia continuando a perdere tempo. L’assessore Pierobon faceva riferimento agli impianti ma fino a quando in Sicilia non saranno seri e moderni noi non possiamo andare da nessuna parte. Io dubito che il pubblico possa coprire questa necessità, se ci sono impianti pubblici bene ma non li vedo o se ci sono riversano in condizioni disastrose. Il pubblico non basta, serve l’intervento dei privati. Ci sono tantissimi progetti presentati da privati che mettono i soldi, il pubblico poi ha il problema solo di pensare gli impianti ma per realizzarli ci vuole tempo e bisogna capire chi deve realizzarli. Abbiamo un Disegno di Legge fermo all’Ars, noi abbiamo detto che non andava bene e il governo regionale ha scelto di rifarne uno nuovo di 50 articoli mentre bastava eliminare la legge 3 voluta dal governo Crocetta che ha fatto tantissimi danni, riprendere la legge 9 voluta dal governo Lombardo, lo dico a scanso di equivoci perché non c’è una parte politica che mi piace o meno ma cose buone e cose pessime sul tema dei rifiuti per ognuna. Bastava solo sistemare la legge 9 per renderla più efficace però si è scelta un’altra strada. Le strutture territoriali devono decidere dove fare gli impianti mentre la regione quasi se ne lava le mani. Noi abbiamo bisogno di una regione che capisca i numeri dei rifiuti prodotti e che individui i luoghi per fare gli impianti con soldi pubblici o privati. Altrimenti non ne usciremo, questo si può fare in tempi rapidi. Noi pensiamo che una forte risposta per risolvere i problemi dei rifiuti in Sicilia sarebbe quella di realizzare impianti di gestione anaerobica che gestiscono l’umido (il 40% dei nostri rifiuti). Questa è una risposta seria per gestire i rifiuti nella nostra regione”.
Il numero uno di Legambiente Sicilia parla anche della questione degli incendi che colpiscono l’isola.
“Dobbiamo dire che gli incendi a maggio o anche in questi giorni non sono una novità. Il vento di scirocco ha causato incendi devastanti in tutta la Sicilia. Ormai è risaputo che, per causa dei cambiamenti climatici, le temperature sono cambiate e fenomeni che abbiamo conosciuto nella stagione estiva inoltrata li ritroviamo nel mese di maggio. Vorrei ricordare che quattro, cinque anni fa l’incendio che ha distrutto Pantelleria è avvenuto a maggio. In questo senso la Regione Siciliana continua a non attrezzarsi e prepararsi. Inoltre le squadre antincendio che dovrebbero essere attrezzate a metà maggio non lo sono. Anche quest’anno abbiamo fatto un comunicato invitando la Regione a questo impegno. Chiaramente se non succede dovremmo pagarne le conseguenze sui disastri su cambiamenti climatici, incendi e piromani – non esiste autocombustione ma criminali che appiccano il fuoco per tante ragioni ed è impossibile monitorare tutto per intercettarli -. Ci vuole informazione e bisogna attrezzarsi, noi la nostra parte la facciamo ma vediamo che purtroppo gli altri continuano a girarsi dall’altra parte”.