Rischiano la povertà le famiglie siciliane ma resistono maggiormente alla crisi. Il rapporto di Bankitalia descrive la condizione dei nuclei familiari isolani.
“La regione continua a caratterizzarsi per un livello di reddito inferiore alla media italiana e per una più ampia disparità nella sua distribuzione – affermano gli analisti -. La disuguaglianza dei redditi da lavoro, aumentata a seguito delle precedenti crisi, rimane elevata a causa del persistere di una maggiore incidenza di nuclei attivi senza reddito da lavoro. A questa si accompagnano ampi divari rispetto al resto del Paese in ambito sociale e ambientale, non colmati negli ultimi dieci anni. La quota di famiglie in povertà assoluta, maggiore rispetto alla media italiana, rischia di aumentare ulteriormente a seguito degli impatti dell’emergenza sanitaria; sono state comunque attivate misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito e ai consumi delle famiglie. Dal punto di vista finanziario le famiglie siciliane risulterebbero più resistenti alla congiuntura sfavorevole rispetto ai precedenti episodi di crisi. Dal 2008 tra le attività finanziarie, il cui valore è aumentato, si è assistito a una ricomposizione verso quelle più facilmente liquidabili. Alla fine del primo trimestre del 2020 i depositi bancari, che rappresentano la parte prevalente del risparmio, sono ancora cresciuti mentre si è registrato un forte calo del valore dei titoli a custodia detenuti dai risparmiatori, per le tensioni sui mercati innescate dal diffondersi della pandemia. La vulnerabilità finanziaria delle famiglie, misurata dal rapporto tra debiti e reddito disponibile, si è ridotta nell’ultimo decennio, portandosi su livelli inferiori a quelli medi nazionali. È inoltre proseguita la ricomposizione della struttura dell’indebitamento delle famiglie: l’incremento della quota di mutui a tasso fisso riduce i rischi legati a un eventuale rialzo dei tassi d’interesse. Nel primo trimestre del 2020 i flussi di nuovi mutui sono risultati equivalenti a quelli osservati nello stesso periodo dello scorso anno – chiosa il rapporto -, mentre le nuove erogazioni di credito al consumo hanno segnato una notevole flessione”.