Il presidente siciliano, Nello Musumeci, è intervenuto dal Palazzo della Regione di Catania in conferenza stampa sull’emergenza migranti e sull’ordinanza che dispone la chiusura delle aree dedicate agli stranieri nell’isola. Ecco le parole del governatore siculo che annuncia la presenza di 58 positivi al Coronavirus a Lampedusa:
“Ci sorprende che la stampa abbia dato particolare clamore a una ordinanza che ho adottato anche nella qualità di soggetto attuatore per l’emergenza Covid-19. A tal proposito non è la prima ordinanza anti-Coronavirus adottata da noi. Non c’è alcuna volontà di scontro con lo Stato anche perché lo Stato siamo noi: Regioni, Comuni e Province. Non abbiamo nessuna volontà di scontrarci con il governo centrale. Abbiamo adottato una condotta improntata sul grande rispetto. Noi ci aspettiamo lo stesso dall’esecutivo nazionale e non atteggiamenti di arroganza, superficialità, o peggio i silenzi che servono a far perdere tempo per neutralizzare gli effetti dei problemi. Non c’è alcun pregiudizio di carattere politico. Abbiamo rivendicato il diritto alla salute dei siciliani, dei turisti e dei migranti. Ai primi di marzo e nel mese di aprile abbiamo lanciato l’allarme sul flusso dei migranti che avremmo registrato con il beltempo. Lo sapevamo noi e lo Stato. Tant’è vero che il governo centrale ha detto che sarebbero stati circa 10mila gli arrivi in Sicilia. Quello, a nostro avviso, era il momento giusto per iniziare una interlocuzione con i paesi degli stranieri. Con la Tunisia, in particolare, che non è in guerra e nemmeno tra i paesi più poveri del continente africano. Abbiamo chiesto navi per quarantena, all’inizio ci dicevano che era difficile trovarle ma mancava la buona volontà e i soldi. Chiediamo al governo di non sottovalutare il problema degli sbarchi. Ho sentito personalmente il ministro dell’interno una decina di volte. Invece di rispondere con atti concreti sull’emergenza immigrazione, il governo centrale trova una soluzione: creare campi di concentramento, che chiamano tendopoli o baraccopoli, in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni. Ci troviamo, quindi, con tende che ci ricordano luoghi e scene da dimenticare assolutamente. Tutto questo è stato fatto senza che i sindaci del calatino venissero consultati. Noi abbiamo mandato medici sul posto di Vizzini e i sanitari hanno detto che non ci sono i requisiti igenico-sanitari. Ora si sono apparentemente fermati ma vedrete che andranno avanti. I numeri degli arrivi sono impressionanti: solo a luglio sono arrivati 7.067 migranti e ad agosto altri 3mila. Nel 2019 sono stati a luglio 1.088, ad agosto 1.268 in tutto il mese. Il 26 giugno è stato chiesto al governo nazionale la dichiarazione dello stato di emergenza, sanitario, sociale ed economico, per Lampedusa. Oggi non è stato dichiarato senza tenere in considerazione lo stato d’animo in cui vivono gli operatori di quelle isole. Gli hotspot sono in condizioni indicibili. L’ordinanza che suscita tanta polemica è in linea con le prime due nelle quali abbiamo posto problemi sanitari. Hotspot e centri di accoglienza non rispettano le norme anti-Covid-19. Noi contestiamo che in una stanza di 50 metri sono in molti senza rispetto della distanza. Non mi importa colore o razza, sono persone. Io sono responsabile del territorio della mia Regione. Nessuno contesta che la materia dei migranti appartenga allo Stato. Noi, però, ci occupiamo di materia sanitaria. La promiscuità nelle stanze è un delitto. Il contagio tra gli stranieri cresce ogni giorno. I siciliani sono in apprensione perché alcuni scappano e non conosce la loro condizione sanitaria. Il diritto alla salute è scritto nella Costituzione. Noi aspettiamo fino a stasera. Il Viminale dice che i migranti sono di loro competenza, bene la devono esercitare. Ci facciano capire se quella sanitaria è sempre di loro appartenenza e se fosse così devono capire che i locali adibiti per gli stranieri non rispettano le norme anti-Covid-19. Il governo centrale la smetta di mostrare i muscoli e faccia quello che deve. Noi andiamo avanti per la nostra strada consapevoli di avere ragione”.
Arriva la risposta del Viminale:
“La gestione di un fenomeno complesso come quello migratorio richiede la proficua collaborazione tra i diversi livelli di governo e grande senso di responsabilità per dare risposte concrete alle esigenze e alle preoccupazioni manifestate dalle comunità locali.
Il ministero dell’Interno è da sempre direttamente impegnato per ridurre l’impatto della forte pressione migratoria sulla Sicilia, dovuta ai numerosi sbarchi autonomi legati alla crisi tunisina, rispetto alla quale il governo si è attivato per trovare ogni utile soluzione.
Da luglio scorso sono stati trasferiti in altre regioni circa 3500 migranti sbarcati sulle coste siciliane e ospitati nei centri di accoglienza dell’isola.
La sicurezza, anche sotto il profilo sanitario, delle comunità locali è obiettivo prioritario del Viminale. Infatti, dopo aver inizialmente previsto il test sierologico per tutti i migranti arrivati, dai primi di agosto è stato introdotto obbligatoriamente l’esame del tampone rinofaringeo ed è stata attivata una apposita convenzione con la Croce rossa italiana per effettuare questo accertamento sanitario a Lampedusa ed assicurare rapide risposte.
In ogni caso, la situazione attuale richiede lo sforzo comune da parte di tutte le istituzioni secondo il principio costituzionale di leale collaborazione, che si ritiene oggi più che mai indispensabile”.