Le palestre e lo sport, soprattutto quello dilettantistico, sono in grave crisi per la situazione relativa alle sospensioni delle attività a causa dell’emergenza Coronavirus. L’Associazione Nazionale Impianti Fitness e Sport ha deciso di ascoltare i siciliani scrivendo alla Regione al fine di ottenere un sostegno concreto formulando delle soluzioni. Le parole del presidente regionale di Anif, Germano Bondì.
“Oggi più che mai viene riconosciuto il legame tra salute e pratica sportiva quella di tutti i giorni e di tutti gli atleti, non soltanto di grandi campioni. Abbiamo pertanto tutti il dovere di impegnarci fattivamente per salvaguardare il diritto alla sport e alla salute delle famiglia siciliane”.
L’hashtag dell’iniziativa è salviamo lo sport. Una videoconferenza sulla questione si è tenuta ieri. Hanno partecipato all’incontro gli enti di promozione sportiva (Libertas, Csen, Endas, Msp), le federazioni sportive olimpiche (pallacanestro, canottaggio, tennis, canoa kayak, panathlon, badminton, ciclismo, rugby, sci nautico, danza sportiva) e paralimpiche (Firsdir e Finp) e l’Ufficio scolastico regionale di educazione fisica e sportiva. Tutte le parti chiamate in causa hanno manifestato le proprie angosce e preoccupazioni soprattutto. Le richieste espresse alla Regione Siciliana nella missiva sono molteplici: fondi regionali destinati allo sport, concessione di spazi pubblici per poter svolgere allenamenti all’esterno, istituzione di un fondo di ripartenza regionale per fronteggiare le spese correnti necessarie agli adeguamenti strutturali imposti dall’emergenza Covid-19 e a quelle sostenute durante il periodo di fermo (contributi variabili in base al numero di praticanti e collaboratori per ciascuna associazione o società), integrazione dei fondi nazionali per il sostegno dei collaboratori del mondo sportivo, istituzione di un fondo di garanzia per finanziamenti mirati all’innovazione tecnologica, all’efficienza energetica e al rinnovo degli impianti e delle attrezzature per riuscire a contenere i futuri costi di gestione in un’ottica di contrazione dei ricavi e previsione di un contributo alle famiglie disagiate per garantire il diritto allo sport alle fasce più deboli e bisognose, dunque giovani e anziani.