La Procura Distrettuale della Repubblica etnea ha richiesto e ottenuto per un cittadino di 42 anni, indagato per il reato di abuso sessuale continuato su minore (lui era il convivente della madre della vittima), la misura cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri della Stazione di Piazza Verga.
Dalle indagini, coordinate da un pool di magistrati qualificati sui reati relativi alla violenza di genere, sono emersi i comportamenti deplorevoli nei confronti della figlia 12enne della convivente, già da quando la bambina aveva l’età di 9 anni circa.
L’inferno della bambina inizia con la separazione dei genitori. La madre denigrava continuamente il padre agli occhi della figlia provocando una avversione naturale nei confronti del genitore. La donna, così come l’ex marito, ha iniziato una nuova relazione sentimentale. Da quel momento il compagno ha iniziato a vivere nella stessa casa con la donna e i suoi tre figli, una femmina e due maschi. La bambina manifestava serenità relativamente alla nuova situazione. Il fratello, invece, aveva deciso di lasciare l’abitazione ed andare a vivere con il padre per la poca stima nutrita nei confronti del nuovo compagno della madre.
L’uomo ha iniziato a comportarsi in maniera disdicevole toccando l’apice nel momento in cui ha chiesto alla piccola di toccarlo nelle parti intime. Il successivo rifiuto della bambino ha avuto la conseguenza dell’uso della forza da parte dell’uomo: le ha afferrato la mano e dirigendola sul proprio organo genitale si è fatto masturbare sino all’eiaculazione.
Gli abusi sono proseguiti, all’insaputa della madre della minore e dei fratelli, quando nessuno era in casa o nelle vicinanze. Le violenze sono avvenute anche in un’abitazione di campagna. L’uomo ha attirato l’attenzione della piccola facendosi trovare nudo mentre si masturbava costringendola a vedere delle immagini sul proprio telefonino che ritraevano la madre insieme ad un uomo di colore entrambi nudi su un letto e un video di un rapporto sessuale tra lo stesso e la madre. L’uomo ha abusato sessualmente della bambina toccandola nelle parti intime mentre dormiva sul divano o mentre si trovava in piscina con lei. La bambina, nonostante i timori e la consapevolezza che il soggetto avesse una pistola, si è confidata con la figlia maggiorenne dell’indagato che piangendo ha confessato di essere stata anche lei vittima degli stessi abusi da parte del padre. La ragazza ha cercato di rassicurare la bambina dicendole che avrebbe potuto dormire con lei quando voleva. La bambina ha rivelato i fatti anche alla mamma in presenza della madre dell’uomo. A quel punto le donne hanno chiesto lumi che si scusava per quanto accaduto ottenendo la promessa che mai più sarebbero accadute cose simili.
Da quel momento, invece, l’uomo ha iniziato ad essere vessatorio nei confronti della bambina che ha deciso di andare a convivere con il padre naturale. La vittima ha ritrovato la propria stabilità. Un giorno, però, la madre e il suo convivente hanno fatto visita alla piccola che ancora una volta ha subito la stretta vigorosa dell’uomo. La bambina, dopo aver ricordato il triste passato, ha confessato tutto alla nuova compagna del padre e alla nonna paterna. L’attività di indagine compiuta a seguito della denuncia, in sinergia tra servizi sociali, Carabinieri e Autorità Giudiziaria, ha consentito di consolidare il quadro probatorio a carico dell’indagato e di richiedere la misura cautelare concessa dal Gip.