Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, insieme al vicesindaco Fabio Giambrone e all’assessore alle Attività produttive comunale Leopoldo Piampiano, ha incontrato in videoconferenza una rappresentanza di imprenditori nel ramo della ristorazione.
Il primo cittadino ha manifestato ai ristoratori palermitani la massima solidarietà da parte di tutta l’amministrazione comunale per il periodo difficile legato all’emergenza Coronavirus.
Il sindaco del capoluogo isolano e presidente di Anci Sicilia ha parlato dei temi principali del problema.
“Da un lato l’assenza di regole certe e di una visione di prospettiva di lungo periodo e dall’altro l’assenza di un chiaro quadro di sostegno economico e di norme vincolanti per il sistema bancario, che permetta un’immediata iniezione di liquidità per le aziende. Per Palermo, il problema è ancor più grande che altrove, per l’incidenza che questo settore commerciale, insieme a quello più ampio del turismo, ha nell’economia cittadina. Il problema non è la data di riapertura che paradossalmente sembrerebbe essere l’ultimo dei problemi reali della situazione, ma appunto la mancanza di regole precise che consentano agli operatori commerciali di potere programmare le proprie attività in modo corretto. Occorre dare indicazioni sulle modalità di riapertura, sui protocolli sanitari, sulle procedure da adottare. Non si può pensare che tutto questo venga comunicato pochi giorni prima dell’effettiva apertura. Fronte economico? Il Comune ha sospeso il pagamento di tutto quanto poteva essere sospeso, ma occorrono norme nazionali chiare che compensino la perdita delle amministrazioni locali ed allo stesso tempo sostengono concretamente la ripresa economica”.
Il sindaco ha ricordato che questi problemi sono stati posti all’interno dei tavoli di confronto con l’ANCI, soprattutto perché accomunano alcune grandi città per le quali il turismo ha una enorme incidenza in termini economici.
“Siamo in questo impegno insieme a Venezia, Napoli e Firenze, che come noi vivono gli stessi problemi – dice Orlando -. Occorre un piano di investimenti che permetta alle imprese di poter contare su un sostegno per i costi finanziari delle aziende, che preveda non soltanto prestiti o slittamenti dei pagamenti, ma contributi a fondo perduto che compensino le perdite effettive di questi mesi e rendano possibile una reale ripartenza appena questa sarà compatibile con la prevenzione del contagio. Mi auguro che le procedure per la cassa integrazione siano accelerate perché per ogni azienda ci sono decine di lavoratori che ormai da due mesi non percepiscono gli stipendi, aggravando ancor di più una situazione economica generale pesantissima”.