Sono stati letteralmente presi d’assalto nella giornata di ieri i punti ristoro che hanno riavviato il servizio d’asporto. È stato il caso, ad esempio, dei fast food di Catania. Si sono registrate infatti interminabili code chilometriche di auto, al cui interno spesso si trovavano anche quattro/cinque persone. Tutti aspetti questi, che marcano una pessima interpretazione del tutto arbitraria delle disposizioni del dpcm relativo alla Fase 2 con le integrazioni regionali.
La Fase 2 dell’emergenza Covid-19, iniziata proprio il 4 maggio, concede ai bar e ai ristoranti l’apertura dei locali per l’asporto. Una misura precedente, invece, aveva già dato la possibilità ai ristoratori di effettuare consegne a domicilio, salvo la garanzia delle misure di sicurezza. Il take away è stato un gran successo ma le persone hanno compreso che la vita non è ripresa come prima? Secondo quanto rilevato dai primi comportamenti, assunti anche il giorno antecedente all’avvio della Fase 2, non tutta la cittadinanza ha capito che non si tratta di un liberi tutti. La salute propria e quella altrui continua ad essere in pericolo sino a quando non sarà trovato un vaccino o un farmaco capace di arrestare il contagio dell’infezione. Fino ad allora la mascherina sarà un accessorio fondamentale così come per i guanti. Dobbiamo imparare a convivere con il Covid-19 e continuare a mantenere atteggiamenti non consoni alle norme attuali sarà deleterio per l’intera comunità.