Filo Diretto | Assessore Armao ad A1N: “Governo centrale deve rendersi conto che la nostra è una Repubblica delle Autonomie”

Nella giornata di oggi è andata in onda sui nostri canali la prima puntata dell’appuntamento Filo Diretto – Speciale Fase 2 Coronavirus, programma basato su una serie di approfondimenti riguardo ai cambiamenti della società dovuti all’emergenza Covid-19. Potete seguirci, ogni giorno dal lunedì al venerdì in appendice al radiotg delle 13:00, sul canale Bella Tv (814 del digitale) in tutto il territorio regionale e ascoltare in radio in tutta la Sicilia centro orientale (frequenza 103.7 FM). Sono intervenuti in data odierna nel focus condotto dal direttore, Gianluca Virgillito, il vicepresidente e assessore all’economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, e il giornalista Daniele Lo Porto. Sono stati diversi i temi sollevati nel corso della puntata: dai dati relativi al contagio nell’isola fino al commento sulle situazioni createsi in molte città sicule – da Palermo a Catania – sulla movida popolata dai giovani al termine del lockdown, comportamenti certamente poco consoni considerate le normative vigenti in merito al distanziamento sociale e al rispetto del divieto di assembramento.

“Credo che la Sicilia abbia dato una immagine di sé, con conseguenze peraltro positive sulla salute collettiva, che nessuno al nord o al centro-nord si aspettava – dice Armao -. Una immagine di attenzione civile, virtù civica e rispetto delle regole che fa onore ad un’isola che sa essere ossequiosa dei principi normativi tanto quanto, e molto di più, che altre parti d’Italia. La bassa incidenza dell’epidemia soprattutto sul piano dei decessi, ovviamente con il rimpianto di aver perso comunque tante vite che sono rilevanti anche se per fortuna il numero non è consistente, è un risultato. Bisogna stare attenti. Io sono molto preoccupato per le condotte dei giovani che vedo assembrarsi come se nulla fosse accaduto mentre le generazioni più mature le vedo più attente. Mi preoccupa molto l’atteggiamento un po’ disinvolto che è tipico dell’esuberanza giovanile, io comprendo tutto soprattutto con l’arrivo dell’estate, la fine della scuola e degli esami universitari, però ci vuole grandissima attenzione affinché non si abbassi la guardia”.

A fargli eco sulla questione dei comportamenti dei giovani anche Daniele Lo Porto.

“I giovani sono giovani – afferma -. Diciamo che è connesso all’età l’essere meno responsabili, sensibili e partecipi. Altrimenti sarebbero adulti o anziani. Devo dire che in linea di massima, a parte certi casi accaduti in quartieri delle città con certe situazioni specifiche per motivi culturali, la Sicilia ha risposto complessivamente in modo più che positivo a questa emergenza Coronavirus a livello di comportamenti generali. Le pecore nere o chi crede di essere immune per virtù divina ci sono ovunque. Non abbiamo avuto grandissime situazioni di crisi se non due sanitarie con i focolai. Poi si è cavalcata un po’ la tigre politica in determinate situazioni con aperture, chiusure e inversioni a u. Ma come diceva Armao credo che la risposta sia stata complessivamente positiva e i risultati una volta tanto ci danno ragione. Una battuta ironica per concludere: essere periferia dell’Italia, essere Sicilia, ci ha aiutati e fortunatamente non c’è il ponte dello Stretto”.

Il tema centrale della puntata di oggi è stato quello dell’economia e nello specifico il modo in cui l’Italia, e in particolare la Sicilia, sta affrontando l’emergenza. Armao in prima istanza discute dell’efficacia delle misure assunte dal Governo centrale e poi fornisce diversi appunti con proposte della Regione al fine di cercare di migliorare una situazione difficile per lavoratori, imprese e famiglie.

“Io non entro nelle misure relative al contrasto dell’epidemia perché non sono di mia competenza, discuto sui provvedimenti finanziari assunti – spiega -. Che si potesse affrontare l’emergenza dei cittadini e delle imprese presso le banche, e quindi risolverla mediante il credito bancario, a mio avviso è stato un atto assolutamente sconsiderato. Non si è tenuto conto che il paese dal punto di vista del sistema economico è profondamente diviso. Quindi avere introdotto misure per le imprese, per le famiglie e per i professionisti del tutto uguali, senza differenze, ha determinato un aggravamento del divario che connota il nostro paese. Io faccio l’esempio dell’accesso al credito e del sommerso. Noi abbiamo un’economia nella quale il 24-25% è sommersa. Cosa che non avviene nel centro nord dell’Italia. Cosa dovremmo fare, lasciarli morire di fame? Non avendo una partita IVA non possono andare in banca, non possono ottenere finanziamenti e benefici Inps. Quindi io credo che bisogna tenerne conto, ovviamente questa non è una apologia del sommerso. Non bisogna non considerare che ci sono artigiani, operatori commerciali e lavoratori che lavorano alla giornata e sbarcano il lunario come si suol dire. Ebbene noi dobbiamo dare risposte anche a loro, ecco perché abbiamo messo 100 milioni di euro più altri 200 per l’assistenza alimentare, proprio per aiutare coloro che non sono nell’economia emersa ma hanno bisogno di ausilio. Altro punto che discuto riguarda il pensare che il sistema delle imprese possa accedere al credito come se nulla fosse. Noi abbiamo un 30-40% delle nostre imprese che lavorano nell’emerso – quelle sommerse dovremmo aiutarle ad uscire – che hanno una rata insoluta o un problema di assegno o un ritardo di pagamento anteriore al Covid-19. Queste imprese riceveranno un sonoro no dal sistema bancario perché le leggi dello Stato hanno previsto che ci voglia il merito bancario per accedere alle misure di sostegno. A mio avviso queste cose non sono ammissibili. Ecco perché come Regione nel disegno legge di stabilità approvato all’Assemblea Regionale Siciliana abbiamo previsto la valutazione senza il merito bancario. Non può essere messo alla gogna chi ha un ritardo o un problema”.

Come risaputo, però, non è stato facile a causa di una burocrazia lenta e farraginosa che ha portato addirittura alla richiesta di dipendenti di un incentivo per velocizzare le procedure sulla Cig in deroga, una pagina triste che rimarrà nella storia nazionale. Armao su questo tema: “Noi abbiamo approvato l’anno scorso, all’unanimità, la legge 7 del 2019 che semplifica moltissimo e ha messo la Sicilia all’avanguardia rispetto alle altre regioni su questo punto di vista. Poi abbiamo deciso di intervenire su alcuni settori come la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) e le procedure di appalto, il riattivamento dei lavori di fornitura e servizi. In entrambi i casi possiamo fare qualcosa ma non molto, perché la competenza è dello Stato. Quindi è essenziale che intervenga il legislatore statale ad effettuare delle semplificazioni. Lo ha annunciato il presidente Conte, alcuni ministri che ho sentito lo hanno anticipato. Nei prossimi giorni verrà alla luce il Decreto semplificazioni da parte dello Stato e vedremo quanto riuscirà a semplificare con la generalizzazione della soluzione, ad esempio, del Ponte di Genova che Musumeci più volte ha richiesto al Governo nazionale perché ci consente di accelerare i tempi. Noi siamo pronti a tutta la disciplina di accompagnamento di queste riforme che non possono non essere accompagnate a livello statale. Le altre, e mi dispiace dirlo per qualche ingegnoso di disegni di legge, sono soltanto scorciatoie che vanno a finire come le piste per i non vedenti che finisco contro ad un muro” dice in conclusione.

Armao fa anche una riflessione politica.

“È inaccettabile che il Governo nazionale abbia ottenuto da Bruxelles la possibilità di sforare il limite del deficit di 80 miliardi – 25 del Cura Italia più 55 del Decreto rilancio – riservando a comuni e province 5 miliardi di euro, una cifra irrisoria – commenta -. Quindi è impensabile che si possa affrontare un dramma del genere. Penso alla tassa di sbarco nelle isole minori che in alcuni casi è fondamentale. Il Governo centrale deve rendersi conto che la nostra è una Repubblica delle Autonomie quindi è necessario stanziare le risorse per mettere in sicurezza i bilanci dei comuni e delle regioni. Non puoi fare il fenomeno togliendo e poi far pagare regioni e comuni. Se salta l’equilibrio della regione – il bilancio immette nell’economia 1/4 del PIL – e va in crisi entra in crisi tutta l’isola. Ci vuole un approccio serio. Vinciamo questa battaglia se stiamo tutti uniti e ci aiutiamo, come diceva Papa Francesco siamo sulla stessa barca. Se ognuno comincia a strattonare, però, c’è rischio che la barca vada sottosopra. C’è grande rispetto e collaborazione ma nessuno pensi che Roma abbia il demiurgo e manda a carte 48 l’interno sistema dell’economia italiana” chiosa.

In chiusura Armao auspica che l’emergenza volga presto al termine. Domani in onda un’altra puntata con argomenti relativi alla sfera sociale ai tempi del Covid-19, appuntamento curato dalla Redazione di Antenna Uno Notizie.

Di seguito il video per rivedere la puntata integrale.

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