È sempre più vicina la fatidica data del 14 settembre, giorno in cui, secondo le indicazioni governative, riprenderà la regolare attività delle scuole di ogni ordine e grado. A tre settimane dal ritorno in aula cresce l’attesa, ma crescono anche le perplessità e i dubbi.
Nelle scorse ore l’Istituto Superiore di Sanità ha presentato il suo piano per la ripartenza, che va ad integrare quanto stabilito nei mesi scorsi dal ministro Azzolina e dal super commissario Arcuri. Nel suddetto documento, tra le altre cose, viene ribadita la necessità di mantenere il distanziamento interpersonale di un metro all’interno delle classi, viene stabilita la procedura da adottare qualora dovessero riscontrarsi casi di Covid e si prescrive la nomina di un referente scolastico addetto ai rapporti con le Asl. Quello del distanziamento tra studenti e personale scolastico è uno dei temi caldi, una delle questioni che suscitano maggiore perplessità.
In moltissimi casi, infatti, vista la ridotta capienza dei locali e il gran numero di studenti che compongono una classe, sarà praticamente impossibile rispettare tale prescrizione. Tra le soluzioni alternative contemplate anche quella di individuare spazi alternativi (cinema, teatri, hotel, bed and breakfast) dove svolgere le lezioni. Altro elemento cardine quello della mascherina, il cui uso obbligatorio (per gli studenti maggiori di 6 anni) è stato ufficialmente confermato solo di recente, dopo un lungo e confusionario dibattito. Sarà il docente, stando alle ultime indicazioni, valutare i singoli casi e permettere o meno agli alunni di abbassarla durante le lezioni. Fermo restando che, ad oggi, la mascherina (se adoperata correttamente) sembra essere uno strumento utile a limitare il rischio di contagio è legittimo chiedersi, d’altra parte, se e quali potrebbero essere i rischi di un suo uso prolungato e, sostanzialmente, ininterrotto in uno spazio chiuso. Un ulteriore nodo da sciogliere in vista del 14 settembre riguarda i banchi monoposto (tra cui anche i discussi banchi con rotelle) e le tempistiche di consegna. Nei giorni scorsi, ad esempio, è emerso che la loro distribuzione avverrà fino alla fine di ottobre. Tempistiche ragionevoli, ma che contrastano ampiamente quanto stabilito nel bando emesso a luglio, il quale prevedeva – forse con troppo ottimismo – che fossero disponibili al suono della prima campana. Al di là delle polemiche e delle recriminazioni, dunque, finchè l’ultimo banco non sarà consegnato, starà alle scuole trovare soluzioni alternative. In conclusione, tra gli aspetti che suscitano dubbi, vale la pena citare anche quello relativo alla misurazione della temperatura degli studenti, che sarà affidata alle famiglie. A meno che i vari istituti si organizzino diversamente non ci sarà, dunque, nessun termometro o termoscanner all’ingresso delle scuole, come avviene da mesi in diversi luoghi pubblici o privati che ospitano eventi di varia natura.
Questa la difficile situazione nazionale, che diventa ancor più complessa in aree del paese come la Sicilia. Le carenze strutturali e di personale delle scuole isolane rappresentano, purtroppo, un problema di vecchia data, che assume nuova e più importante rilevanza nell’ottica di questa emergenza. Senza dimenticare, inoltre, che l’eventualità di una nuova stagione della didattica a distanza potrebbe essere davvero deleteria per migliaia di studenti. Basti pensare, ad esempio, al fondamentale ruolo della scuola per coloro i quali vivono in difficili contesti sociali e familiari.