Il Codacons Sicilia deposita esposto alle Procure di Agrigento, Ragusa, Messina e Caltanissetta per i reati di tortura, epidemia, lesioni e maltrattamenti. Il Coordinamento, dopo l’ordinanza del presidente della Regione Siciliana relativa alla chiusura degli hotspot isolani, solleva la questione del trattamento degli stranieri che si trovano irregolarmente nel territorio dello Stato e i rischi della loro accoglienza nell’isola.
Con un esposto-denuncia, redatto dagli avvocati Dario Riccioli, Carmelo Sardella e Attilio Toscano, il Codacons Sicilia denuncia le violazioni dei diritti fondamentali dell’uomo, il sovraffollamento ed il trattamento inumano e degradante avvenuto nelle strutture di primo soccorso e accoglienza. Le strutture coinvolte sarebbero gli hotspot di Lampedusa, Pozzallo e Messina, il centro di prima accoglienza (cpa) di Caltanissetta. Emerge, secondo il Comitato, anche il pericolo concreto che, dalla condotta posta in essere dai rappresentanti dello Stato (ammassare negli hotspot regionali e cpa immigrati affetti dal Coronavirus) ne sia già derivato il pericolo della diffusione della malattia a un numero indeterminato di persone, costituito non solo dagli ospiti dei locali ma dai cittadini siculi che, venuti a contatto con i migranti già scappati dalla struttura e affetti dal germe patogeno, sono a rischio di infezione da Coronavirus.
“Assistiamo da anni ad una gestione fallimentare e criminogena degli hotspot e centri di prima accoglienza in Sicilia – afferma l’Avv. Carmelo Sardella, Dirigente dell’Ufficio Legale Codacons Sicilia – con la mancanza di salubrità e delle minime condizioni igienico sanitarie di tali strutture che ha ora ripercussioni dirette sul fronte della salute pubblica. Riteniamo, pertanto, necessario che le Procure adite svolgano tutte le indagini del caso per accertare i fatti, alla luce delle ipotesi di reato di tortura, epidemia dolosa (o colposa), lesioni personali e maltrattamenti, nonché l’eventuale sussistenza di manovre speculative”.