La Sicilia aumenta le misure per evitare la diffusione del Coronavirus nelle scuole. Un documento congiunto dei Dipartimenti Attività sanitarie Osservatorio epidemiologico e dell’Istruzione e dell’Università della Regione Siciliana, che segue le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità riguardo alla gestione dei casi negli istituti, fra gli studenti o gli operatori scolastici, ha permesso l’istituzione delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) relative alle situazioni critiche nelle scuole.
Le USCA scolastiche avranno a disposizione una specifica linea telefonica mobile di riferimento che, quando si attiva, sarà da subito a disposizione dei dirigenti e referenti delle scuole al fine di rendere più veloce ogni procedura necessaria.
Se nel corso delle lezioni un soggetto presenta sintomatologie le Usca scolastiche si recheranno nell’istituto per somministrare il test rapido antigenico che, se fosse positivo, verrà ripetuto con test molecolare da parte del Dipartimento di prevenzione dell’Asp competente.
Secondo le linee guida dell’ISS il resto della classe sarà sottoposto a isolamento e successivamente a test diagnostico. In attesa del risultato del test o in caso di esito del tampone negativo le lezioni in classe si svolgeranno regolarmente. Se uno studente sintomatico dovesse essere assente da scuola, da più di 48 ore, i compagni di classe non saranno sottoposti a isolamento fiduciario e continueranno a frequentare le lezioni.
La Regione si appella ai Comuni affinché sia adottata una linea unica sulle chiusure delle scuole. Ecco la lettera congiunta degli assessori regionali all’Istruzione Roberto Lagalla, alla Salute Ruggero Razza e alle Politiche sociali Antonio Scavone inviata ai sindaci dei comuni siciliani.
“Nonostante l’eccezionalità della situazione generata dal diffondersi del Covid 19, le Autorità nazionali e il Governo della Regione hanno prontamente adottato i rimedi legislativi necessari a gestire l’emergenza epidemiologica, limitando il ricorso a provvedimenti amministrativi derogatori in ragione di emergenze non codificate o che coinvolgono, per dimensioni, intere Comunità. Malgrado il quadro appena delineato, è prassi invalsa che alcune realtà comunali ricorrano all’adozione di ordinanze contingibili e urgenti per imporre misure di contenimento del contagio maggiormente restrittive rispetto a quelle individuate nei vari atti normativi emanati, come ad esempio la chiusura, in tutto o in parte, degli Istituti scolastici e dei nidi comunali. Necessario uno stabile coordinamento inter-istituzionale, anche in ossequio al principio di leale collaborazione che deve caratterizzare l’agere amministrativo. Necessario coordinamento delle azioni a tutela della salute pubblica di concerto con le Autorità sanitarie competenti, le quali ben potrebbero circoscrivere il fenomeno del contagio attraverso l’adozione delle misure previste dai protocolli sanitari consentendo, dunque, la prosecuzione dell’attività scolastica. Sindaci dovete comunicare alle Autorità sanitarie eventuali criticità che si dovessero rappresentare presso gli Istituti scolastici, di ogni ordine e grado, che insistono sul territorio comunale, astenendosi dall’emanare ordinanze contingibili e urgenti le quali, adottate senza il necessario conforto dei Dipartimenti di prevenzione competenti, si appalesano per la apoditticità delle decisioni ivi assunte – scrivono nella missiva che richiama il decreto legge 19 del 25 marzo 2020, con l’introduzione dell’articolo 3 -. Il Governo nazionale ha inteso limitare il potere riconosciuto ai Sindaci di ricorrere allo strumento delle ordinanze contingibili e urgenti per far fronte all’emergenza con misure divergenti da quelle legislativamente imposte”.
Interviene il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Di fronte ad esigenze e rischi di carattere sanitario, le scelte devono basarsi sul giudizio e sulla professionalità delle autorità sanitarie. Non solo per spirito di collaborazione istituzionale ma soprattutto perché le scelte siano scientificamente fondate ed efficaci per tutelare la salute degli studenti, di chi vive e lavora nelle scuole, delle nostre comunità. I sindaci, che pure sono le massime autorità sanitarie nelle rispettive città, non possono e certamente non vogliono improvvisarsi epidemiologi così come non vogliono e non possono improvvisarsi epidemiologi i dirigenti scolastici. Né chiusure né aperture possono essere forzate o sottomesse a logiche diverse. Per questo chiediamo dei protocolli precisi e scientificamente validi cui tutti devono attenersi, confidando nella efficacia e tempestività di intervento delle strutture messe in campo dalle Asp”.
Questa mattina hanno fatto ingresso a scuola gli ultimi studenti, completando così l’avvio dell’anno scolastico in Sicilia. L’assessore regionale all’istruzione, Roberto Lagalla, rivolge quindi un augurio ai dirigenti scolastici, ai docenti, agli studenti e alle loro famiglie. “Oggi gli studenti siciliani hanno fatto il loro ritorno a scuola per riprendere un progetto formativo bruscamente interrotto durante lo scorso mese di marzo a causa della pandemia. Da parte sua, il governo della Regione e il presidente Musumeci hanno considerato il tema della scuola come una priorità, nell’immaginare un rapido percorso di ripresa delle attività didattiche post-Covid19. Con legge di stabilità abbiamo stanziato 120 milioni di euro, per un intervento straordinario a sostegno della scuola, delle università, della istruzione e della formazione in generale e, in questi ultimi mesi, ne stiamo dando progressiva attuazione. In qualità di assessore regionale all’Istruzione, non posso che rivolgere ai docenti, ai dirigenti scolastici, al personale tecnico- amministrativo, agli assistenti, agli studenti portatori di situazioni speciali, l’augurio di un anno scolastico sereno e proficuo. Certamente non sarà un anno come tutti gli altri perché il tema della sicurezza e del contagio sarà necessariamente centrale. Per tale ragione rivolto a tutti la raccomandazione di non creare assembramenti, di portare la mascherina ove necessario, di assumere a scuola e soprattutto fuori dalla scuola comportamenti responsabili. La stessa responsabilità la chiedo alle famiglie siciliane, nel monitorare lo stato di salute dei propri figli. Se questo patto educativo avrà funzionato, insieme avremo consentito alla Sicilia di compiere un passo importante verso un futuro migliore”.