Inps, aumento di stipendio a presidente Tridico: polemiche e repliche

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Monta la polemica riguardo l’aumento di stipendio da 62mila a 150mila euro lordi del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Il professionista però sostiene che la maggiore retribuzione, disposta dal governo con un decreto interministeriale (Lavoro-Economia), è stata comunicata dalla direzione del personale dell’Inps. Dunque non gli è stato corrisposto nessun arretrato. “Mancano i fatti. Non mi dimetto” dice l’interessato a “Il Corriere della Sera”. L’aumento di stipendio decorre dall’insediamento del Cda, quindi dal 15 aprile 2020.

Parla del caso Tridico Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri, a Che tempo che fa su Rai 3. “Sulla vicenda dobbiamo fare una considerazione legata anche al momento di grande difficoltà in cui si trovano i cittadini italiani ed è chiaro che vedendo questa notizia non sono assolutamente d’accordo. Si è riunito a Palazzo Chigi un comitato di tecnici che doveva revisionare gli stipendi del Cda dell’Inps perché è stata fatta la riforma ed era stato introdotto il Cda, in quel momento una proposta diceva addirittura 240mila euro all’anno, poi la proposta è stata 150mila. Come ha detto il Presidente del Consiglio stiamo facendo tutti gli  approfondimenti ma in ogni caso una cosa è che questa decisione si fosse presa un anno fa e una cosa è oggi in un momento così difficile, questo però non mi fa perdere fiducia nel presidente dell’Inps né nei ministri Gualtieri e Catalfo che ovviamente maneggiano questo dossier”.

Matteo Salvini, A Mezz’ora in più, discute della questione. “Decisione di aumentare lo stipendio del presidente dell’Inps presa a gennaio 2019? Semplicemente falso. Non sono al governo da più di un anno, non è possibile che si imputi a me quello che accade a settembre 2020. L’aumento è stato stabilito il 7 agosto di quest’anno per decisione dei ministri Catalfo (M5s) e Gualtieri (Pd). Che il presidente dell’Inps debba guadagnare uno stipendio giusto e più alto, sicuramente sì. Ma questo modo, farlo di nascosto ad agosto con mezzo milione di italiani che aspettano la cassa integrazione dalla primavera, non mi sembra giusto e rispettoso. Dovrebbe dimettersi perché è indegno che a fine settembre centinaia di migliaia di madri e padri aspettino l’assegno della cassa integrazione dalla primavera. In qualunque altro paese al mondo si sarebbe già dimesso”.

Prende la parola anche il premier Giuseppe Conte al festival dell’Economia di Trento. “Non ero informato di questa vicenda. Ho chiesto accertamenti perché vorrei approfondire la questione”, assicura il premier. “Permettetemi di comprenderla bene poi formulerò una valutazione più compiuta. Sono abituato a parlare seriamente: fatemi fare una verifica e alla fine parlerò”.

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