Viola Sorbello, presidente di Legambiente Catania, è intervenuta ai nostri microfoni discutendo di ambiente, inquinamento e dell’impatto dell’emergenza Covid-19 nella città.
Ambiente: problemi a Catania
“Le problematiche ambientali a Catania sono molteplici e si possono riunire in tre grandi temi. Uno è l’inquinamento delle acque, un altro è quello atmosferico e quindi che inerisce il tema della mobilità sostenibile, e uno è quello dei rifiuti. Quando si parla di ambiente, naturalmente, ci si riferisce anche a cura e manutenzione del verde pubblico.
Emergenza rifiuti in città
“Guardavo sul sito del Comune di Catania i dati dell’indifferenziata e sono veramente bassi rispetto ai livelli raggiunti da tante città europee e soprattutto a quelli di altri comuni siciliani. Catania ha la maglia nera nella differenziata. Questo è un numero importante perché avere una differenziata con percentuali così basse significa sostanzialmente che tutti i rifiuti della città etnea vanno conferiti tali e quali in discarica con un aumento dei costi mentre è inferiore quello dei rifiuti differenziati. Questo significa in buona sostanza più tasse per i cittadini. I catanesi pagano una carissima tassa dei rifiuti. Inoltre quanto detto si traduce in inquinamento ambientale: siamo circondati da discariche che sono quelle di Motta Sant’Anastasia e di Lentini che assorbono grandissimi quantitativi di rifiuti indifferenziati che sono nocivi per l’atmosfera e il suolo con possibilità di inquinamento anche delle falde acquifere e di tutto il terreno, provocando un danno ingente alle coltivazioni e alle future generazioni che si ritrovano chilometri di territori inquinati. Si parla ormai di chilometri perché basta pensare alle collinette che ci sono in territorio fra Lentini e Catania formate dall’accumulo di rifiuti.
Effetto Covid-19 sull’ambiente
“Non si parla tanto di effetti del Coronavirus sull’ambiente ma, secondo me, gli effetti dell’inquinamento sul Covid-19. È scientificamente provato, studi l’hanno dimostrato, che il Coronavirus è causato dallo spillover (dal passaggio di alcuni virus dal mondo animale che viene disturbato nei propri ecosistemi e dunque avviene un passaggio da animale a uomo (animale che vive nel suo ecosistema chiuso all’uomo) e poi ha livelli di maggiore contagiosità, e anche intensità e pericolosità sotto il profilo della salute che si diffonde ancora di più e fa maggiormente male nei luoghi ad alti inquinamenti atmosferici. Il virus si trasmette più facilmente attaccandosi alle particelle di CO2 per rimanere più a lungo nell’atmosfera, per non disperdersi nell’ambiente e dunque essere più contagioso. Oltre al fatto che il contagio del Covid-19 su un soggetto che abbia già un apparato respiratorio compromesso e fragile a causa delle lunghe esposizioni in luoghi e ambienti in cui ci sono alti livelli di inquinamento atmosferico provoca maggiore danno. Così si spiega che città molto inquinate come Milano e altre realtà del nord abbiano avuto un numero enorme di mortalità dovute al Coronavirus che, per fortuna, non hanno avuto altre città con meno smog e industrie o che hanno un ricambio d’aria maggiore come per le cittadine vicine al mare”.
Giulia Baudo