Nelle ultime ore circola insistentemente la notizia di un probabile lockdown generalizzato per Natale. Il primo a parlarne era stato l’infettivologo dell’Università di Padova, Andrea Crisanti. “Credo che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose: si potrebbe resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo. Più che misure sui comportamenti occorre bloccare il virus: tra 15 giorni non vorrei trovarmi a discutere sui 10-12mila casi al giorno”.
Il Governo centrale, in prima istanza, ha escluso una chiusura totale ma adesso il premier Giuseppe Conte non sembrerebbe più dello stesso parere anche in considerazione degli ultimi dati epidemiologici emersi nella giornata di ieri. “Io non faccio previsioni – afferma il presidente del Consiglio -. Io faccio previsioni sulle misure più idonee, adeguate e sostenibili per prevenire un lockdown. Molto dipenderà dal comportamento dei cittadini. Smettiamola con le polemiche e i dibattiti, la formula vincente è collaborare e rispettare le regole restrittive varate dal governo. La situazione non può non preoccupare. Se non si rispettano le normative si lascia correre il contagio. Si rischia che non ci siano numeri sufficienti nelle terapie intensive. Imploro al senso di responsabilità. È una partita in cui vinciamo o perdiamo tutti. Ricordo ai governatori che possono introdurre misure restrittive non appena se ne presentasse la necessità. Forse più che le Regioni dobbiamo chiudere temporaneamente determinate aree, se si generalizza si crea più danno che beneficio”.