Notizia incredibile a Ragusa. Un neonato è stato avvolto in una coperta, infilato in un sacchetto e gettato in un mastello della spazzatura. Un passante passeggiava in via Saragat quando ha sentito dei lamenti. L’uomo, pensando fosse un cane o un gatto, si è avvicinato scoprendo la presenza di un bimbo in fasce ancora sporco di sangue e con il cordone ombelicale attaccato. Contattate le Forze dell’Ordine che hanno condotto l’infante all’ospedale Giovanni Paolo II. Il piccolo è stato ricoverato in terapia intensiva neonatale ma le sue condizioni non sarebbero preoccupanti.
Sul caso raccapricciante sono state avviate le indagini per risalire alla madre del bambino.
AGGIORNAMENTO
Il sindaco, Giuseppe Cassì, discute del caso. “Alla notizia agghiacciante del ritrovamento da parte di un passante di un neonato appena partorito e abbandonato in via Saragat, Ragusa ha risposto con la solidarietà che ci contraddistingue e già circa 20 famiglie hanno contattato i nostri servizi sociali in mattinata per chiedere l’affido del minore.
Faccio quindi un rapido prospetto di come sarà gestita la situazione: i nostri servizi sociali stanno monitorando il caso e restano in attesa di indicazioni da parte del Tribunale dei minori, che lo ha preso in carico. Il piccolo, chiamato Vittorio Fortunato, sta bene ed è al momento ricoverato al reparto di terapia intensiva neonatale del Giovanni Paolo II. Quando sarà dimesso, su indicazione del Tribunale dei minori, potrà essere accolto in una struttura protetta oppure potranno essere direttamente avviate le procedure di affidamento o di adozione.
Proseguono intanto le indagini”.
Parla anche l’Asp di Ragusa. “Gli è stato dato il nome di Vittorio Fortunato, al piccolo ricoverato in terapia-sub intensiva dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. È il neonato abbandonato e ritrovato, ieri sera, in via Saragat, avvolto in una copertina e dentro un sacchetto di plastica. In atto è in buone condizioni, si alimenta al biberon.
Il direttore generale, Angelo Aliquò, è andato a fargli visita. Presente Francesco Spata, direttore dell’UTIN – Unità Terapia Intensiva Neonatale, e alcuni operatori”.