Ricordando Giuseppe Fava a 37 anni dalla sua scomparsa

Fondazione Giuseppe Fava campagna social

Ore 21.30, 5 gennaio 1984. Catania. L’ingresso del Teatro Stabile “Giovanni Verga” diviene palcoscenico di un delitto di mafia. Raggiunto al collo e alla nuca da cinque proiettili, Giuseppe Fava non fa in tempo a uscire dalla sua Renault 5 ed esala così il suo ultimo respiro.

Giornalista e scrittore attento a ricercare la verità dei fatti – più che la notizia – riguardanti la società, il cittadino, l’uomo. Una verità a volte scomoda che tuttavia Fava non intendeva celare, nonostante gli ostacoli posti da altri, intenti a fermare lo spirito etico del suo essere giornalista. Numerose le inchieste, pubblicate sul suo mensile “I Siciliani”, volte a denunciare l’intricato legame tra mafia, affari e politica, la corruzione dei poteri forti e a supportare le regole di giustizia e buon governo.

“In una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana – scriveva Giuseppe Fava nell’ottobre del 1981 sulle pagine de ‘Il Giornale del Sud’, ne ‘Lo spirito di un giornale’ -, il giornalismo rappresenta la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza, la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo, si fa carico anche di vite umane. (…) Un giornalista incapace – per vigliac­cheria o calcolo – della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze, le sopraffa­zioni, le corruzioni, le violenze che non è stato capace di combattere. Il suo stesso fallimento!”

RICORDANDO GIUSEPPE FAVA – Oggi, nel giorno in cui ricorre il 37° anniversario di morte del giornalista, la Fondazione Giuseppe Fava ha voluto ricordarlo con una campagna social commemorativa. In quanti vorranno potranno scrivere una frase di Fava su un foglio e pubblicarne la fotografia sui propri profili Facebook e/o Instagram accompagnate dagli hashtag #PippoFava e #eranosemi.

A ricordare il giornalista ucciso dalla mafia anche il sindaco di Catania, Salvo Pogliese: “Con immutata e sincera partecipazione emotiva, 37 anni dopo, viene ricordata l’uccisione per mano mafiosa di un valoroso giornalista e intellettuale, libero da condizionamenti nella denuncia del malaffare e delle influenze negative della criminalità organizzata nel tessuto produttivo e istituzionale. Le coraggiose idee di Giuseppe Fava  – si legge sulla nota ufficiale pubblicata sul sito del Comune di Catania – sono ancora vive nei cuori dei siciliani e dei catanesi onesti, che non si arrendono alle prevaricazioni della violenza;  l’omaggio perenne a un sacrificio estremo che segna ancora la linea dell’impegno sociale e civile di chi auspica una terra finalmente liberata dalla mala pianta della mafia”.

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