Beni culturali, Samonà: “Argenti di Morgantina devono rimanere in Sicilia”

palermo lega; Borgo Borzellino

Il luogo naturale per la conservazione e la valorizzazione degli Argenti di Morgantina non può che essere il Museo archeologico di Aidone, struttura che ne consente la necessaria contestualizzazione e interpretazione culturale“. Lo ha detto senza peli sulla lingua l’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Alberto Samonà, in una nota inviata al Dirigente Generale del Dipartimento dei Beni Culturali.

Il caso degli “Argenti di Morgantina” scaturisce dalla Convenzione del febbraio 2006 tra il Ministero dei Beni Culturali e il Metropolitan Museum of Art di New York che ha permesso la restituzione all’Italia di tutta una serie di beni che erano stati trattenuti illecitamente nei musei statunitensi. Tra questi anche gli “Argenti di Morgantina” che per la durata di quarant’anni devono essere esposti ogni quattro anni, alternativamente, al Museo archeologico di Aidone e in quello di New York. L’assessorato isolano comunica che ci sarebbero contatti con il Ministero di pertinenza per trovare la soluzione migliore.

Gli Argenti di Morgantina – dice Samonà -, che in questo momento si trovano in Sicilia per il quadriennio di competenza, sono una testimonianza archeologica di eccezionale valore, intimamente connessa alla storia della nostra isola e alla sua evoluzione storico-culturale. Le preziose testimonianze archeologiche già nel 2014, in vista del primo prestito quadriennale al MET, sono state sottoposte a indagini diagnostiche che ne hanno evidenziato una fragilità che mal si concilia con la loro movimentazione. Tuttavia, nonostante gli esiti di tali esami, evidentemente sottovalutati, gli Argenti di Morgantina nel gennaio 2015 sono stati ancora una volta trasferiti negli Stati Uniti per il prestito quadriennale, ritornando in Sicilia solo nello scorso giugno 2020 per essere esposti al Museo archeologico di Aidone, loro naturale sede espositiva. È tempo, ed è impegno del Governo Musumeci, che si avviino le necessarie procedure per sollecitare una revisione del trattato internazionale in vista di una definitiva restituzione degli Argenti alla Sicilia, anche per preservarli dal rischio di un pregiudizio per la conservazione e la tutela di questi reperti“.

 

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