La città di Caccamo sostiene la famiglia di Roberta Siragusa, 17enne uccisa nella località palermitana. La cittadinanza potrà donare donare dei soldi ai parenti della giovane vittima in ogni esercizio commerciale della zona.
“La famiglia Siragusa è venuta a conoscenza che alcuni gruppi e singoli cittadini di Caccamo hanno spontaneamente iniziato una raccolta di denaro da devolvere alla famiglia – spiegano i parenti della 17enne -. Si precisa che si tratta di un’iniziativa spontanea che non è stata richiesta dai familiari di Roberta e, se verranno consegnate somme di denaro, di queste se ne darà rendicontazione pubblica e verranno utilizzate per realizzare iniziative pubbliche in memoria di Roberta. Grazie a tutti quanti per il vostro affetto”.
Omicidio Caccamo: gli sviluppi delle indagini
Rimane in carcere Pietro Morreale, il 19enne fidanzato della ragazzina. Il 28 gennaio 2021 non è stato convalidato il fermo ma è stata comunque applicata la custodia cautelare in carcere per il ragazzo in quanto potrebbe inquinare le prove. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari che non avrebbe riscontrato il pericolo di fuga per il soggetto. I suoi difensori chiedevano i domiciliari. Le chiavi di casa della 17enne sono state trovate dai Carabinieri vicino al campo sportivo di Caccamo, luogo in cui sarebbe stata uccisa. Sempre nella zona sportiva sono stati repertati diversi oggetti, tracce di combustione e non solo. La Procura di Termini Imerese ha depositato agli atti dell’udienza la testimonianza del fratello di Roberta che ha raccontato un particolare importante. Nel garage dell’abitazione familiare, spiega il ragazzo, era custodita la Vespa guasta della sorella. In parte questo confermerebbe quanto riferito da Morreale che ha sostenuto di avere avuto in auto la bottiglia con la benzina poiché doveva usarla per il mezzo della fidanzata. Il fratello, inoltre, ha definito il compagno della sorella un “soggetto aggressivo, che faceva uso di sostanze stupefacenti”. Il ragazzo ha rivelato ai magistrati che l’occhio nero della sorella era scaturito da una lite per una canna che la stessa aveva buttato dal finestrino. “Litigavano spesso – spiega il fratello – ma facevano sempre la pace, in una occasione mentre erano a cena al ristorante, nel gennaio 2020, si erano addirittura picchiati”. La gelosia era diventata un leitmotiv nella vita della coppia. Il fratello di Roberta ha anche affermato che, due o tre settimane prima dei fatti, Morreale lo aveva chiamato chiedendo aiuto poiché era rimasto in panne con l’auto a Monte Rotondo. La strada in questione era la stessa in cui è stato ritrovato il cadavere. Il 19enne ha riferito ai Carabinieri che, dopo una lite, si è data fuoco col carburante tenuto in macchina e poi si è gettata nel dirupo. I PM sono convinti che Morreale abbia strangolato la fidanzata e bruciato il corpo nel campetto sportivo e poi abbia lasciato il corpo privo di vita nel burrone. In data odierna il Gip Angela Lo Piparo affiderà l’incarico dell’esame autoptico al perito Alessio Asmundo dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Messina. Saranno, poi, noti i consulenti della difesa scelti dagli avvocati del 19enne, Giuseppe Di Cesare e Angela Maria Barillaro, nonché il consulente della Procura e quello dei legali della famiglia Siragusa, Sergio Burgio e Giuseppe Canzone.