Il 13 maggio è la prima Giornata Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare, promossa e organizzata dalla Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC). In un periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria da Covid-19 la prevenzione ha subito un calo drammatico.
“Il Covid ha effetti diretti sul sistema cardiovascolare – spiega il Prof. Massimo Volpe, Presidente SIPREC -. Le alterazioni dell’endotelio, ossia il rivestimento delle pareti cardiovascolari, sono la causa delle trombosi che caratterizzano il Covid-19. In secondo luogo, sono proprio questi pazienti quelli ad aver pagato il dazio più alto al Sars-CoV-2, soprattutto quelli in età avanzata con comorbidità come ipertensione, diabete, obesità. A questo quadro clinico, si aggiunge il sensibile peggioramento delle attività di prevenzione, che a livello cardiovascolare dovrebbe essere un pilastro del SSN, visto che permette di ridurre sia i decessi che le ospedalizzazioni. Nell’ultimo anno è prevalsa la trascuratezza da parte dei pazienti per il timore di andare dal medico o in ospedale, mentre da parte degli operatori sanitari invece vi è stata una minore capacità di accoglienza per la straordinaria mole di lavoro legata alla gestione del Covid. Inoltre, i fattori di rischio sono aumentati per gli stili di vita legati alle restrizioni: i continui lockdown hanno portato a un’alimentazione con un più elevato livello calorico, oltre che a una minore attività fisica. In aggiunta, spesso, sono anche state riprese cattive abitudini come il consumo di alcol o il fumo”.
La principale causa di morte in Italia sono le malattie cardiache (240mila decessi ogni anno e 7,5 milioni di persone coinvolte in problemi connessi). Gli eventi cardiovascolari più frequenti sono l’infarto, l’ictus e le vasculopatie. In Italia ogni anno ci sono circa 150mila infarti e oltre 1,5 milioni di ospedalizzazioni dovute a scompenso cardiaco (più di 600mila diagnosi ma il numero cresce fino a 3 milioni se si considerano le forme latenti). Questa è altresì la prima causa di ospedalizzazione in Italia e i pazienti arrivano a effettuare fino a 6-7 ricoveri ogni anno spesso con degenze di lunga durata. La mortalità è molto alta interessando a distanza di 4-5 anni circa il 50% dei pazienti.
Per evitare eventi cardiovascolari è necessario un corretto stile di vita: in primis alimentazione sana e tanto movimento. Bisogna, però, evitare alti valori di colesterolo e di acido urico. Sono fattori di rischio comorbidità con diabete o ipertensione arteriosa, obesità e stress psico-fisico.
“La problematica principale è stato il distacco totale dei pazienti dalle strutture sanitarie – sottolinea il Prof. Carlo Maria Barbagallo, Delegato SIPREC per la Regione Siciliana e Professore Associato di Medicina Interna, Responsabile della Unità semplice dipartimentale di medicina interna dislipidemie genetiche dell’Azienda Ospedaliera Universitaria policlinico di Palermo -. Nella nostra struttura abbiamo cercato di mantenere contatti virtuali con mail e messaggi, al fine di dare continuità al controllo di determinati parametri nella prevenzione cardiovascolare. Prima della pandemia, alcuni farmaci innovativi ci avevano fatto fare dei passi avanti, ma la somministrazione di questi prevede uno stretto rapporto medico-paziente che è stato interrotto, con alcune strutture specialistiche che non sono state in grado di prescrivere e somministrare questi farmaci. Il problema è che se in alcuni ambiti la carenza di trattamenti ha effetto nel giro di poco tempo, nelle patologie cardiovascolari le conseguenze emergono nel lungo periodo. Questo buco di oltre un anno non ha conseguenze prevedibili, ma dobbiamo sicuramente quanto prima recuperare dei modelli che possano supporre una efficace interazione medico-paziente. Il nostro compito per un’efficace prevenzione cardiovascolare prevede un’azione su pazienti sani, i quali non hanno percezione di essere a rischio di malattia, per questo è un compito ancora più arduo”.
Per informazioni e per partecipare alla giornata basta consultare il sito www.giornataprevenzionecv.it.