Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha accolto ieri pomeriggio il Ministro, Luciana Lamorgese, alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro a Siracusa per ammirare il dipinto del Caravaggio “Il seppellimento di Santa Lucia” conservato al suo interno. Presenti anche il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, il sindaco del capoluogo, Francesco Italia, l’arcivescovo di Siracusa S.E.R. Mons. Francesco Lomanto e altre autorità.
La tela di Caravaggio è tornata nella sede originale della Basilica di Santa Lucia a Siracusa lo scorso dicembre dopo un prestito al museo Mart di Rovereto che ha finanziato un intervento di restauro conservativo eseguito dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma. La sua ritrovata sistemazione nella Basilica segue alla realizzazione degli interventi necessari a garantire adeguati standard di sicurezza al dipinto, commissionati dalla Soprintendenza di Siracusa, anch’essi finanziati dal Mart nell’ambito delle intese con il Fec, Fondi edifici di culto.
Giornata intensa per il Ministro che ha rilasciato dichiarazioni anche sul caso migranti. Tema caldissimo in Sicilia che nelle ultime ore vede un boom di sbarchi.
“Non si possono accettare i morti in mare, non deve accadere, e noi dobbiamo contrastare questa tratta di esseri umani” – dice Lamorgese -. L’Italia sta già muovendosi tanto. Certamente l’Europa deve essere ancora più presente. Per fortuna l’argomento è all’ordine del giorno del Consiglio Europeo e se ne parlerà in maniera concreta nel consiglio di ottobre. C’è stata una visione di prospettiva da parte di tutti gli Stati che partecipano, perché si sta comprendendo che c’è bisogno di una maggiore responsabilità e condivisione. Il problema è operare con il partenariato di tutti nei Paesi terzi per evitare che ci siano delle condizioni economiche e sociali che spingono le persone a fuggire. Bisogna operare sulle economie di quei Paesi e l’Europa può fare tanto“.
Sempre ieri è andata in scena la cerimonia d’intitolazione a Eligia Ardita e a sua figlia Giulia, vittime di femminicidio, del plesso di via Calatabiano dell’Istituto Comprensivo “Archia”. Hanno partecipato il presidente Musumeci e Lamorgese.
“Dobbiamo chiederci se il femminicidio non sia – afferma il governatore -, prima di essere l’epilogo di un fatto di polizia, l’epilogo di una crisi sociale all’interno di un nucleo familiare. Da molto tempo i Comuni in tutta Italia, e in particolare in Sicilia, non godono più di servizi sociali efficienti, i concorsi sono bloccati da oltre 20 anni. Una sana politica di servizio sociale, che sappia leggere fra le pieghe e le intrusioni di una società malata, può prevenire il delitto, intervenendo in tempo. C’è un dato che raccolgo spesso in giro, lanciato dai sindaci, e che ci impone attenzione e impegno, cosa che farò andando a Roma alla Funzione Pubblica, consapevole di interpretare un’esigenza diffusa dei sindaci, affinché il blocco dei concorsi e l’estenuante attesa burocratica non impedisca ai comuni di arrivare in anticipo a contrastare questi fenomeni“.
Alla scopertura della targa dedicata alla giovane infermiera uccisa dal marito il 19 gennaio 2015 con la figlia che portava in grembo al nono mese di gravidanza erano presenti pure i genitori e la sorella di Eligia, il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, le autorità civili e militari della provincia e i dirigenti scolastici aretusei.