Il 19 luglio 1992 in via D’Amelio morirono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Una Fiat 126 fu imbottita con 90 chili di tritolo e parcheggiata sotto la casa della madre del magistrato. L’unico sopravvissuto all’attentato fu l’agente Antonino Vullo. Stragi che hanno rivoluzionato il modo di vedere la mafia per molte persone ancora assoggettate dall’omertà criminale per il quieto vivere. Tante le iniziative – nel pieno rispetto delle norme anti-Covid-19 – in ricordo delle vittime che hanno scelto di dire no e di non piegarsi alla mentalità mafiosa. Oggi, e ogni giorno, si leva alto il messaggio lasciato in eredità da chi ha lottato: un messaggio di speranza e di redenzione.
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