Il Catania Book Festival tornerà dal 24 al 26 aprile 2026 con un’importante novità: l’ingresso gratuito per tutti gli studenti fino alla terza media e il biglietto agevolato per gli studenti delle scuole superiori, una scelta che punta a promuovere la cultura e la lettura come diritto di tutti, superando le barriere economiche e sociali. Questa iniziativa è stata annunciata all’inizio del nuovo anno scolastico e si inserisce nel contesto della promozione dell’alfabetizzazione e della diffusione della cultura libraria tra i giovani.
Le modalità per l’accesso gratuito verranno pubblicate sui canali social e sul sito del festival, permettendo così a migliaia di studenti di poter partecipare gratuitamente o a prezzi ridotti a questo importante evento culturale, che si pone come obiettivo principale la promozione della lettura e della scrittura come strumenti fondamentali per la crescita personale e sociale.
L’ideatore e direttore del Catania Book Festival, Simone Dei Pieri, ha dichiarato che “non possiamo cambiare da soli le statistiche, ma possiamo lanciare un messaggio chiaro: i libri sono per tutti” e che “il Festival vuole essere uno spazio dove i ragazzi si sentano accolti, protagonisti e parte di una comunità che crede nel loro futuro”, sottolineando l’importanza dell’accesso all’istruzione e alla cultura per superare le difficoltà economiche e sociali.
La decisione arriva in un momento cruciale, poiché proprio nel giorno in cui migliaia di studenti tornano a scuola, emerge un dato preoccupante: a Catania un ragazzo su quattro abbandona gli studi prima del diploma, con un tasso del 25% che riflette le difficoltà economiche, il costo sempre più alto dei libri di testo e un’istruzione percepita come lontana dai bisogni della vita quotidiana, un problema che richiede un impegno collettivo per la promozione dell’educazione e della cultura.
Dei Pieri ha anche affermato che “fatta eccezione per l’impegno del terzo settore e di poche realtà illuminate, la dispersione scolastica continua a restare ai margini del dibattito pubblico”, ma che “una città che aspira a crescere non può permetterselo, ed ecco perché la dispersione non è un problema individuale ma una preoccupazione collettiva”, sottolineando la necessità di un’azione congiunta per promuovere la cultura e l’istruzione come fondamenti per lo sviluppo socioeconomico della comunità.