La Rete Sicilia pulita, composta da oltre 30 associazioni, partiti e sindacati, ha presentato le proprie osservazioni alla Corte dei conti in merito ai progetti dei termovalorizzatori annunciati dalla Regione Siciliana, sottolineando le preoccupazioni relative alla gestione dei rifiuti solidi urbani. Tommaso Castronovo e Giampiero Trizzino, in rappresentanza di Legambiente e Zero Waste Sicilia, e Pietro Ciulla e Alfio La Rosa, per WWF e Federconsumatori, hanno partecipato al contraddittorio, esponendo le criticità dei progetti di incenerimento dei rifiuti.
La Corte dei conti ha avviato un’indagine per valutare la sostenibilità ambientale, l’efficacia e la coerenza dei progetti dei termovalorizzatori a Palermo e Catania, al fine di verificare se gli impianti siano conformi alle strategie regionali e alle normative europee sulla gestione dei rifiuti urbani e sulle energie rinnovabili. L’obiettivo è quello di garantire la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute pubblica, attraverso una gestione più efficiente e sostenibile dei rifiuti.
Durante l’audizione, è stato sottolineato che una parte dei rifiuti, una volta trattata e trasformata in Combustibile solido secondario, perde la natura di rifiuto urbano e può essere venduta a costo inferiore rispetto a quello richiesto dagli inceneritori, con un impatto significativo sull’economia circolare. Ciò significa che la scelta di alimentare i termovalorizzatori principalmente con questo combustibile si traduce in una scelta economicamente svantaggiosa, con costi aggiuntivi per i cittadini siciliani e un aumento della pressione sui bilanci familiari.
Inoltre, è stato evidenziato che i due impianti previsti risultano sovradimensionati rispetto al fabbisogno reale della Sicilia, in base ai dati ufficiali sulla raccolta differenziata e le proiezioni dei rifiuti residui, mettendo in luce la necessità di una gestione più efficiente dei rifiuti solidi urbani. Ciò comporta il rischio concreto di dover importare rifiuti da altre regioni, con conseguenti ulteriori costi e impatti ambientali negativi sulla regione.
La Rete Sicilia pulita ha ribadito che la costruzione e la gestione di tali impianti rappresentano una spesa pubblica ingiustificata, che non risolve i problemi della gestione dei rifiuti solidi urbani ma rischia di aggravare l’onere economico sulle famiglie siciliane, andando così contro i principi dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. La rete sostiene che l’alternativa è puntare su riduzione, riuso, riciclo e impianti coerenti con i principi dell’economia circolare, per una Sicilia più efficiente, pulita e sostenibile.