Il Senato Accademico dell’Università di Messina si è riunito oggi in una seduta aperta alla partecipazione di tutte le associazioni studentesche per discutere le richieste avanzate dalla comunità universitaria in merito alla crisi umanitaria in Palestina, in particolare alla situazione di conflitto nella Striscia di Gaza. La seduta è stata convocata dopo un presidio di protesta degli studenti stamattina, nel quale gli studenti hanno espresso la loro preoccupazione per la violazione dei diritti umani in Palestina e hanno chiesto un impegno concreto da parte dell’Università a sostegno della comunità palestinese.
Il Senato Accademico ha deliberato all’unanimità l’immediata sospensione dell’accordo di collaborazione con la Hebrew University di Gerusalemme, un importante atto di solidarietà con il popolo palestinese, e una serie di misure a supporto di studentesse, studenti e docenti palestinesi, tra cui la creazione di corridoi umanitari e l’aumento delle borse di studio per gli studenti palestinesi. Il Senato ha ribadito la ferma condanna del governo israeliano per l’inumana violenza perpetrata nei confronti della popolazione palestinese, che si configura come una sistematica violazione dei diritti umani e una forma di genocidio, e ha sottolineato l’importanza di promuovere la giustizia sociale e la pace in Medio Oriente.
L’Università di Messina intende continuare a collaborare e avviare nuove relazioni con istituzioni che promuovono i valori identitari della propria università, come la solidarietà, la giustizia e la pace, e che condividono l’impegno per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Sono state previste azioni per sostenere le vittime di questa crisi, tra cui la creazione di corridoi umanitari per studentesse, studenti e docenti palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza, con il supporto del Centro di Ateneo per la Migrazione, l’Integrazione Sociale e la Comunicazione Interculturale, che si occupa di promuovere l’integrazione e l’inclusione delle comunità migranti.
Saranno potenziate le borse di studio già disponibili per accogliere studentesse, studenti e docenti palestinesi, con particolare attenzione a coloro che provengono da territori di guerra, come la Striscia di Gaza, e verranno attivati bandi per il reclutamento di docenti palestinesi, mediante il programma della Rete Scholar At Risk, che si occupa di proteggere gli accademici a rischio in tutto il mondo. Inoltre, verrà aumentato il numero di crediti riconosciuto per le iniziative culturali dedicate alla crisi umanitaria in Palestina e alla promozione della pace e della giustizia sociale in Medio Oriente.
Il Coordinatore dell’Unione degli Universitari di Messina, Emanuele Carlo, ha dichiarato che la sospensione degli accordi con l’Università Israeliana non è soltanto un gesto simbolico, ma un segnale politico chiaro che va lanciato a partire dai luoghi del sapere, come le università, che hanno il dovere di promuovere la conoscenza, la giustizia e la pace. Carlo ha anche affermato che tutte le Università dovrebbero esporsi su questo argomento e essere promotrici del diritto ad esistere della Palestina e dei palestinesi, e che l’educazione e la ricerca possono giocare un ruolo fondamentale nella promozione della pace e della giustizia sociale in Medio Oriente.