La zona industriale di Catania, un’area strategica per la produzione e l’occupazione in Sicilia, è da anni afflitta da problemi infrastrutturali e servizi essenziali discontinui, come la gestione delle acque reflue e la fornitura di acqua potabile. La Regione Siciliana ha recentemente stanziato un investimento di 100 milioni di euro per le aree industriali, con 50 milioni di euro destinati al Comune di Catania per la riqualificazione della viabilità e dei servizi nella zona industriale, nell’ambito del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027.
Il progetto di riqualificazione, redatto dalla Direzione Lavori Pubblici del Comune di Catania, prevede interventi di miglioramento della viabilità, della rete fognaria, della gestione delle acque meteoriche e della creazione di aree verdi, con l’obiettivo di aumentare la competitività delle imprese e migliorare la qualità della vita dei lavoratori. La durata dei lavori è stimata in circa 24 mesi, con chiusura prevista entro il 2027, salvo imprevisti.
Tuttavia, il problema della fornitura di acqua potabile nella zona industriale di Catania è ancora irrisolto. Negli anni scorsi, è stato formalizzato il passaggio in concessione degli impianti idrici dell’ex Consorzio ASI di Catania al Comune di Catania, un passo importante per la gestione e la manutenzione della rete idrica. Il gestore idrico cittadino, Sidra, effettua regolarmente analisi dei canali della zona industriale e interventi di manutenzione sulla rete storica, ma è evidente la necessità di lavori straordinari per garantire la fornitura di acqua potabile certificata alle imprese.
Nonostante gli sforzi, imprese e lavoratori hanno rilanciato l’allarme per la mancanza di acqua potabile nella zona industriale, sottolineando i rischi igienico-sanitari e chiedendo un’accelerazione delle soluzioni. Azione Catania ha lanciato una petizione pubblica chiedendo di “assicurare acqua potabile a tutte le aziende della zona industriale di Catania”, e Marco Magnano San Lio, segretario cittadino di Azione Catania, ha sottolineato che la riqualificazione da 50 milioni di euro è un passo necessario, ma non sufficiente se non si garantisce acqua potabile continua e certificata alle imprese, chiedendo al Comune di rendere pubblico, entro 30 giorni, uno stato di avanzamento trasparente e un piano operativo per la potabilizzazione e l’allaccio delle aziende, al fine di migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori e di tutelare l’ambiente.