Il mondo dell’istruzione italiana si è dovuto attrezzare sperimentando la didattica a distanza a causa dell’emergenza Coronavirus. Le difficoltà non sono poche ma gli insegnanti stanno tentando di proseguire la propria programmazione. La professoressa di Lettere dell’istituto “Raffaello Sanzio” di Tremestieri di Catania Mariagrazia Miceli, ci svela il metodo che i docenti stanno attuando per fronteggiare la situazione.
“Visto il momento molto difficile che stiamo vivendo la scuola ha cercato di restare vicina agli alunni rimanendo fedele alla sua mission tramite la didattica a distanza – dice la professoressa -. Ci sono diverse modalità, ogni istituzione e ogni docente ha scelto le modalità che gli sembrano più congeniali. Io, ad esempio, utilizzo molti canali. Scrivo i compiti sul registro elettronico, mando video di spiegazione, mappe concettuali e power point sulle classi virtuali che ho sulla piattaforma elettronica Edmodo, da qualche giorno mi sto attivando anche con Skype. Per cercare di rendere le verifiche di quanto fatto più «simpatiche» propongo ai miei alunni dei quiz a tempo con l’applicazione Kahoot”.
La professoressa poi fa una riflessione in merito alla condizione degli alunni in questo momento. “È ovvio che c’è chi ti segue di più e chi meno e che ci sia stato un rallentamento fisiologico. Già nelle circolari ministeriali si dice che i ragazzi non possono stare tante ore davanti al pc, per questo si alternano un paio di lezioni su Skype al giorno con i compiti che possono eseguire nell’arco della giornata ognuno con i suoi tempi. Quindi è vero che si va avanti con i programmi, ma più lentamente. Le lezioni su Skype hanno dei limiti. La connessione spesso cade e non riesce a supportare sempre tutte le persone collegate in contemporanea. Per questo vorrei provare Zoom meeting che mi hanno detto funzionare meglio rispetto a Skype. Fino ad ora i quiz, i power point, gli esercizi assegnati sono stati eseguiti da tutti i miei alunni. È comunque chiaro che la didattica a distanza non potrà mai sostituire quella in presenza. Non posso interrogare i miei alunni uno per uno su Skype”. conclude la docente.