In questa difficile fase, che ha imposto lo stop allo sport ed ai campionati calcisitici, sono tanti i dubbi e le perplessità riguardanti le strategie che società e tesserati dovranno adottare nell’immediato futuro. Una questione importante, ad esempio, riguarda l’ambito finanziario e degli emolumenti, che potrebbe avere un peso rilevante, soprattutto per quelle realtà che orbitano in serie minori. Il Catania ad esempio, com’è noto, non è stato in grado di ottemperare al pagamento degli stipendi previsto per il 16 marzo ed attende risposta dalla federazione circa la sua richiesta di rinvio della scadenza. L’avvocato Mattia Grassani, legale del Napoli, ed esperto di diritto sportivo, è intervenuto sulle colonne del “Corriere dello Sport” per fare chiarezza:
“Sospensione e rinvio del pagamento degli stipendi? In materia sportiva non esiste alcuna norma, in senso giuslavoristico invece si: nel codice, infatti, è disciplinato il caso dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione. Quindi le società e i tesserati non sono più tenuti a rispettare l’obbligazione. Teoricamente dunque il club potrebbe smettere di pagare il calciatore per questo tempo e diversi Presidenti hanno già contattato i loro uffici legali per trovare una strada che eviti il collasso. Non è voler risparmiare o speculare ma salvaguardare il rischio d’impresa. Ovviamente i calciatori potrebbe comunque prendere mezzo stipendio oppure essere pagati adesso regolarmente e poi giocare senza stipendio le gare di luglio. Entro il 30 giugno, aggiunge Grassani, i giocatori svincolati o in prestito continueranno a giocare per la squadra che li ha tesserati per la stagione, non cambia nulla. Vale anche per allenatori e dirigenti. Ma prima serve un accordo”.