Il decreto legge 23, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 aprile, stravolge i piani dei professionisti iscritti alle Casse di previdenza che hanno richiesto il bonus di 600 euro previsto dal governo centrale considerati i provvedimenti assunti per l’emergenza Coronavirus. La nuova misura, infatti, stabilisce che per richiedere il beneficio è necessario essere iscritti ad una Cassa “in via esclusiva”. Tuttavia, questo passaggio non era presente nella bozza di decreto che circolava in questi giorni e nemmeno nel Dl 28 marzo che sanciva le normative di erogazione.
Dunque le Casse hanno già ricevuto circa 500mila richieste comprese quelle dei professionisti che svolgono anche un’attività da dipendenti, i quali non rientrano tra i beneficiari. Gli enti si stanno confrontando per decidere il da farsi. L’ipotesi più quotata è quella di chiedere un’integrazione delle domande. Ad ogni modo, c’è chi ha bloccato l’invio di ulteriori domande, teoricamente possibili fino al 30 aprile, mentre altri ancora le stanno raccogliendo.
L’unica certezza è che l’erogazione del bonus, che per alcuni enti doveva partire già dal 10 aprile, risulta essere stata sospesa.
Altra nota dolente, apparentemente risolta ma invece non sembra essere così, è quella relativa alla titolarità di una pensione. La bozza del decreto 23/2020 precisava, infatti, che il bonus non era previsto per i soli titolari di pensione diretta (anzianità e vecchiaia). Nel testo definitivo, invece, questo appunto non è presente. L’articolo 34 stabilisce che possono accedere al beneficio i non titolari di trattamento pensionistico per cui coloro che ricevono una pensione indiretta (reversibilità o ai superstiti) non possono usufruire del bonus. Rimangono ancora forti i dubbi in merito all’assegno e sulla pensione di invalidità.
