Proseguono su tutto il territorio gli incontri e le iniziative che l’Arma dei Carabinieri porta avanti da anni, in piena sinergia con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, volti a promuovere azioni concrete e consapevoli in giovani e adulti, per tutelare i minori dai pericoli della rete.
In questo solco, il Comandante della Compagnia Carabinieri di Randazzo, Capitano Luca D’Ambrosio e il neo giunto Comandante della Stazione di Bronte, Maresciallo Giulio Vuono hanno incontrato, presso l’aula magna dell’I.I.S.S. Benedetto Radice di Bronte, i genitori degli alunni del plesso, per parlare di Bullismo e rischi del web – prevenzione e responsabilità genitoriale, nella convinzione che il fenomeno non interessi solo le Istituzioni, ma passi necessariamente da una chiamata all’azione anche del nucleo familiare, prima agenzia educativa del minore.
Alla conferenza hanno partecipato anche la dirigente dell’Istituto, dottoressa Maria Pia Calanna, lo psicologo dott. Salvatore Capizzi e il professore Francesco Costanzo, docente di informatica dell’Istituto.
L’evento è stato motivo di confronto, per i genitori, su un tema delicato e importante molto in voga tra gli studenti, ovvero quello delle piattaforme social, che spesso nascondono insidie per ragazzi e adulti.
Il Capitano Luca D’Ambrosio ha quindi illustrato i principali rischi della rete per i piccoli internauti, partendo dal cyberbullismo, e mettendo a fuoco le possibili conseguenze, sia civili che penali, derivanti da un uso inappropriato dello strumento informatico. Il Comandante ha poi evidenziato quelli che sono gli strumenti a tutela del minore, di cui dispongono i genitori, tra cui la Legge 71 del 2017, che offre una chiara definizione di bullismo e cyberbullismo, ponendo obblighi di segnalazione di tali condotte in capo al personale scolastico, e spiega anche come richiedere la cancellazione di contenuti offensivi divenuti virali.
Sulla base dei recenti fatti di cronaca, è stato affrontato anche il tema dei reati in rete, come la diffamazione, la minaccia e anche istigazione al suicidio, ricordando che si tratta di reati per i quali possono essere chiamati a rispondere anche i minorenni.
Lo psicologo ha evidenziato quali sono i segnali di un abuso dei social da parte dei giovani: una maggiore tendenza all’isolamento, una spiccata aggressività sia fisica sia verbale, sottolineando l’importanza dei modelli educativi ricevuti dagli adulti nell’interazione con i propri smartphone.
I Carabinieri hanno poi proposto strategie concrete per garantire la sicurezza dei propri figli nel mondo virtuale, come parlare apertamente dei pericoli on-line con loro, stabilire regole chiare sull’uso dei dispositivi (orari, siti sicuri) e monitorarne le attività senza invadere la loro privacy.
Numerose le riflessioni e le domande suscitate nell’uditorio, che ha ringraziato l’Arma per la vicinanza agli studenti e alle famiglie non solo in merito alla sicurezza garantita dalle attività di prevenzione e repressione, ma anche per la costante collaborazione con le scuole e le famiglie al fine di rafforzare il legame tra società e Istituzioni.