Scoperti truffatori nel mondo dei funzionari nisseno. L’operazione “Ghost” della Guardia di Finanza ha portato all’emissione di un’ordinanza di misure cautelari con cui si è disposta la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio, da sei mesi a un anno, nei confronti di 10 persone dell’Ufficio Regionale Gare di Appalto (U.RE.G.A.) – Servizio Territoriale di Caltanissetta. Secondo le indagini i coinvolti sono responsabili di truffa aggravata e di false attestazioni o certificazioni relativamente alle presenze in servizio, reato quest’ultimo previsto dal Testo Unico sul Pubblico Impiego.
Gli indagati dopo aver timbrato o aver fatto timbrare il badge da colleghi compiacenti si allontanavano dal luogo di lavoro per passeggiare in città, recarsi in banca, fare la spesa o dedicarsi ad altre esigenze personali. L’assenza dagli uffici si protraeva anche per quattro/cinque ore su un turno di servizio della durata di sei. In alcuni casi per attestare falsamente gli orari di servizio veniva asserito il mancato funzionamento dell’apparecchiatura marcatempo o dichiarata la dimenticanza del badge. Emerge anche l’inoperosità di buona parte dei dipendenti che, in varie occasioni e per diverso tempo, sono stati filmati a stazionare nei corridoi dello stabile invece di adempiere alle incombenze lavorative. Adesso saranno quantificate le retribuzioni percepite indebitamente dai funzionari, la cui posizione sarà segnalata alla Corte dei Conti per il conseguente recupero.
Commenta l’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana, Marco Falcone. “Formuliamo il nostro apprezzamento nei confronti dell’impegno di Guardia di Finanza e Procura nissena volto a individuare dipendenti infedeli dell’Urega di Caltanissetta/Enna – dice – Avevamo visto bene quando, nei mesi scorsi, il Governo Musumeci aveva avviato la riorganizzazione degli uffici proprio per evitare i bivacchi nei corridoi. Preso atto infatti di un numero sovrabbondante di dipendenti negli Urega, abbiamo ridotto del 30 per cento gli organici in tutte le province attirandoci persino le contestazioni e il malumore dei sindacati. Tre dei dipendenti che oggi risultano indagati, peraltro, erano già stati trasferiti – conclude -. Anche gli altri saranno sottoposti a dei provvedimenti, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e chiarisca le responsabilità”.
Santo Spartà