La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, a seguito delle indagini condotte dai Carabinieri della Stazione di Acireale, ha ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, con l’aggiunta del braccialetto elettronico, nei confronti di un 59enne catanese, già pregiudicato, indagato per atti persecutori. Al soggetto è stato inoltre imposto il divieto di comunicare con chiunque, sia per via telematica che telefonica.
Le indagini, coordinate da un pool di magistrati specializzati in reati di violenza di genere, hanno portato alla luce le condotte persecutorie che l’indagato avrebbe posto in essere nei confronti della sua ex fidanzata, dal maggio 2022 fino al luglio 2024. Secondo le ricostruzioni, l’uomo avrebbe manifestato atteggiamenti possessivi e una gelosia immotivata sin dall’inizio della relazione, arrivando a imporle di non frequentare amici e a controllare costantemente i suoi spostamenti, nonché quelli dei suoi familiari, per assicurarsi che non vedesse altre persone.
Tali dinamiche di controllo avrebbero compromesso sia la qualità della vita della vittima che la loro relazione, inducendo la donna, già dopo alcuni mesi, a pensare di troncare il rapporto. Di fronte ai primi segnali di rottura, l’uomo avrebbe reagito con minacce, affermando di voler rivelare la loro relazione al figlio di lei, che non approvava la frequentazione, e arrivando persino a dirle: “Se mi lasci ti uccido e poi mi suicido”.
Dopo aver finalmente deciso di interrompere la relazione nel luglio scorso, la donna ha continuato a subire condotte persecutorie. Il 59enne avrebbe chiesto la restituzione di alcuni oggetti che le aveva regalato durante la loro relazione e, in un episodio particolarmente grave, si sarebbe intrufolato in casa della ex per sottrarre arbitrariamente quadri, tavoli, vestiti e accessori. Tra le richieste avanzate, l’uomo avrebbe preteso persino la restituzione delle ruote dell’auto della donna, che lui stesso aveva sostituito.
Le condotte vessatorie sarebbero proseguite con appostamenti nei pressi dell’abitazione della vittima, continue telefonate e minacce, tra cui l’affermazione che lei “non si sarebbe mai liberata di lui”. Questi comportamenti hanno generato nella donna un perdurante stato di ansia e preoccupazione per la propria sicurezza, costringendola a modificare le proprie abitudini di vita pur di sottrarsi al controllo dell’ex.
Attualmente, l’indagato si trova agli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, in attesa che il procedimento giudiziario faccia il suo corso.