È stato disposto dalla Corte d’appello di Catania il dissequestro di tutti i beni di Mario Ciancio Sanfilippo. Gli averi dell’uomo erano stati confiscati a seguito della decisione dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale locale. I giudici di secondo grado hanno stabilito che non è presente una pericolosità sociale da parte dell’editore e imprenditore. Dissequestrate anche le società controllanti i quotidiani “La Sicilia” e “Gazzetta del Mezzogiorno” e le emittenti televisive “Antenna Sicilia” e “Telecolor”. Secondo la Corte d’appello di Catania il decreto impugnato va conseguentemente annullato poiché non può ritenersi provata l’esistenza di alcun fattivo e consapevole contributo arrecato da Ciancio Sanfilippo in favore di Cosa nostra catanese. Non può ritenersi provata, inoltre, alcuna forma di pericolosità sociale, né è risultata accertata e provata alcuna sproporzione tra i redditi di provenienza legittima di cui il preposto e il suo nucleo familiare potevano disporre la liquidità utilizzata nel corso del tempo.
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