Nel cuore delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica, emergono dettagli inquietanti su una presunta rete di ricettazione e riciclaggio di veicoli rubati. Salvatore Musumeci, 43 anni, e Domenico Giallongo, 42 anni, entrambi residenti a Giarre, sono stati oggetto di un’operazione coordinata dalle autorità, culminata con l’esecuzione di una misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Catania.
Le accuse contro i due indagati spaziano dalla ricettazione al furto aggravato, con Giallongo che si trova anche sotto indagine per il reato di riciclaggio. Le inchieste, ancora in una fase precoce senza il coinvolgimento diretto degli indagati, si concentrano su una serie di furti di veicoli, avvenuti sia di giorno che di notte, nel territorio dei comuni di Giarre e Riposto, nella provincia di Catania.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Musumeci e Giallongo avrebbero messo in atto due modus operandi distinti a seconda del tipo di veicolo da rubare. In alcuni casi, avrebbero forzato le porte delle auto e poi disabilitato il bloccasterzo per poter spostare il veicolo, mentre in altri avrebbero bypassato direttamente la centralina, come nel caso di una Fiat 500X.
Il coinvolgimento di Giallongo nel riciclaggio viene evidenziato da prove che indicano la modifica delle targhe estere e dei numeri di telaio di un furgone Fiat Fiorino rubato, al fine di mascherarne l’origine illegale.
L’arresto di Giallongo è stato effettuato dai Carabinieri della Stazione di Acireale mentre tentava di rubare un furgone Mercedes Sprinter. Al momento dell’arresto, è stato trovato in possesso di chiavi di auto, denaro contante e un dispositivo OBD wireless, utilizzato per superare i sistemi di sicurezza dei veicoli.
Entrambi gli indagati sono stati associati al carcere di Catania, in attesa degli sviluppi del procedimento giudiziario. La comunità locale resta in apprensione di fronte a un’operazione che mette in luce la complessità e l’organizzazione di reti criminali dedite al furto e al riciclaggio di veicoli.
