Secondo i dati di recente pubblicati dall’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ospedale “Bambino Gesù” di Roma, in Italia l’85% degli adolescenti tra 11 e 17 anni usa quotidianamente lo smartphone, mentre il 72% naviga sul web con una media oraria giornaliera che, in base all’età, oscilla tra le tre e le sei ore. Nessuno, ovviamente, si sogna di negare i vantaggi offerti ai più giovani, e non solo a loro, dall’utilizzo delle nuove tecnologie, ma le ricerche più aggiornate, la cronaca quotidiana e, perché no, il buon senso impongono agli adulti di non sottovalutare i pericoli che i ragazzi corrono a causa dell’abuso, o dell’uso non controllato, dei dispositivi di connessione alla rete. Con sempre maggiore frequenza, infatti, gli specialisti, allarmati, segnalano tra i ragazzi disagi o, addirittura, patologie legate ad internet che vanno dall’aumento della sedentarietà e dalla crescente scarsa capacità di concentrazione fino a vere e proprie forme di dipendenza dalla rete, perdita di contatto con la realtà e contrazione, disfunzionale, delle relazioni sociali.
Il quadro, inoltre, appare ancora più grave quando si pensa ad altre tipologie di pericoli a cui espone un uso poco consapevole della rete: termini come cyberbullismo, sexting, grooming, cyber-stalking sono ormai di uso comune e testimoniano il proliferare di situazioni a rischio che possono realmente compromettere la vita dei ragazzi.
A partire dall’entrata in vigore della legge 71 del 2017, l’Istituzione scolastica ha assunto, ufficialmente, un ruolo di primo piano nella prevenzione e nel contrasto di questi fenomeni, soprattutto attraverso attività di informazione e formazione rivolte ai ragazzi, alle famiglie e allo stesso personale scolastico. E fondamentale in questo senso si rivela sempre più la collaborazione tra le scuole e le altre istituzioni pubbliche, in particolare le Forze dell’ordine, da sempre in prima fila in questa complessa battaglia.
Nei giorni scorsi così, anticipando le attività che si svolgeranno a febbraio, mese ormai tradizionalmente dedicato nel nostro Paese al contrasto al bullismo e al cyberbullismo, la Scuola secondaria di I grado “Quirino Maiorana” di Catania, diretta dalla dott.ssa Gisella Barbagallo, ha organizzato ben due appuntamenti (11 e 18 gennaio) tra gli alunni delle prime classi e l’Arma dei Carabinieri rappresentata nell’occasione dal capitano Angelo Pio Mitrione, comandante della Compagnia di piazza Dante, e dal luogotenente Luigi Lauriola, comandante della Stazione di piazza Giovanni Verga.
Entrato immediatamente in sintonia con il suo giovane uditorio, il capitano Mitrione, con un linguaggio necessariamente semplice, ma comunque incisivo e coinvolgente, ha condotto gli alunni in una discussione molto partecipata che, attraverso esempi di cronaca, ha dato concretezza alle numerose insidie nascoste nella rete e alla potenza, talvolta veramente distruttiva, dei social media. Lo scopo, come più volte evidenziato, e come ben inteso dalle classi, non è stato certo quello di demonizzare l’utilizzo di internet, ma piuttosto di offrire ai ragazzi l’occasione per una riflessione, su fenomeni a loro già noti, che risultasse utile a guidarli verso scelte sempre più consapevoli e ragionate. Compito dei Carabinieri, è stato giustamente ribadito, non è, infatti, esclusivamente l’attività di repressione, ma anche la prevenzione di comportamenti a rischio, illeciti o peggio ancora criminali. Un’attività, dunque, di servizio rivolta ai più giovani e alle loro famiglie che, come precisato dal luogotenente Luigi Lauriola, l’Arma dei Carabinieri svolge secondo quella lunga tradizione di ascolto e vicinanza ai cittadini che da sempre la contraddistingue. Un tratto che è stato certamente colto dai ragazzi della “Maiorana” che con la loro entusiasta partecipazione agli incontri hanno testimoniato l’interesse per gli argomenti trattati e l’apprezzamento per i relatori intervenuti.