Catania. Pusher aspettava i suoi clienti, ma viene arrestato dai Carabinieri

Nell’ambito del rafforzamento delle attività per il contrasto alla vendita ed al traffico di droga, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Piazza Dante hanno proceduto all’arresto in flagranza di un 29enne catanese, perché, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, è stato ritenuto responsabile di detenzione illegale di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Al riguardo, erano circa le 19:00 e l’equipaggio stava pattugliando la zona del porto poiché, sulla base di attività info investigative, i militari erano riusciti a sapere che quella zona, era frequentata da un pusher particolarmente attivo, che si muoveva a bordo di uno scooter.

Durante il servizio, infatti, i Carabinieri hanno subito individuato l’uomo a bordo di un motociclo rosso, fermo in una strada poco illuminata e che, guardingo, sembrava in attesa di qualcuno.

I militari dell’Arma, valutata la situazione, hanno deciso di intervenire subito. Quindi, con una rapida azione ben coordinata, gli investigatori hanno circondato l’uomo, bloccandogli ogni possibile via di fuga. Sentendosi stretto nella morsa dei carabinieri, lui, ancor prima di essere interrogato, ha cercato di giustificarsi, affermando di essersi fermato in quel luogo solo per poter parlare liberamente al telefono.

Ma il suo tentativo di giustificazione è apparso subito forzato e fuori luogo. In effetti parlava in fretta, cercando di trovare delle scuse senza che nessuno gli avesse chiesto spiegazioni, come se volesse anticipare eventuali sospetti. I Carabinieri, notando il suo atteggiamento nervoso e la sua insistenza nel discolparsi, hanno deciso di approfondire il controllo e, infatti, durante la perquisizione hanno trovato nella tasca del suo giaccone ben 10 dosi di crack. A quel punto non c’erano più dubbi: il ragazzo non si trovava lì per una semplice telefonata, ma per spacciare, probabilmente in attesa di un cliente.

Il 29enne, quindi, è stato così posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha convalidato l’arresto, ferma restando la presunzione di innocenza valevole ora e fino a condanna definitiva.

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