Aumentare la fiducia dell’utenza nell’azienda, curare le relazioni con il paziente e impegnarsi a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostico-terapeutici quanto più possibile orientati alla “Persona” considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica. Con questo obiettivo è stata avviata la prima fase sperimentale del progetto pilota di diffusione delle “Health Humanities”, promosso dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco”, con il supporto della Rete Civica della Salute della Sicilia coordinata da Pieremilio Vasta, dell’Unità Operativa Formazione diretta da Angelo Gambera e del Comitato Consultivo aziendale presieduto da Angelo Murgo. Si tratta, nello specifico, di implementare l’Umanizzazione in sanità per essere pronti a rispondere nel migliore dei modi alla crescente domanda di salute e di cure da parte dei pazienti. Un primo step del piano prevede la graduale formazione dei dipendenti dell’azienda su alcuni temi che interessano maggiormente il miglioramento del rapporto tra personale e utente, vale a dire “percorsi assistenziali e organizzativi orientati al rispetto e alla specificità della persona”, “accessibilità fisica, vivibilità e confort dei luoghi di cura”, “accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza”, “cura della relazione con il paziente/cittadino”. Tali aree sono state identificate grazie al contributo dei direttori di dipartimento e di quelli delle varie unità operative. Con il progetto si è immaginato uno sforzo prima di tutto culturale, pertanto si parte da laboratori di comunicazione, ascolto attivo e medicina narrativa. Le modalità didattiche scelte prevedono un’alternanza di teoria e pratica e sono basate sul modello delle simulazioni, alternando didattica induttiva e partecipata a esercitazioni e role play con l’ausilio di video, letture, lezioni e laboratori. Il primo gruppo di dipendenti ha già partecipato alla giornata d’avvio dell’iniziativa che, nelle intenzioni del vertice aziendale, dovrà evolversi in breve tempo diventando un vero e proprio processo standard, i cui “attori del cambiamento” principali dovranno essere i lavoratori. “Il progetto, oltre a migliorare il rapporto tra personale e utenza, mira a rendere ottimali le relazioni anche tra dipendenti –ha spiegato Pieremilio Vasta-. L’Umanizzazione è interconnessa con il miglioramento del benessere organizzativo del dipendente perché più questo sarà soddisfatto della qualità del suo lavoro, più migliorerà il rapporto con il cittadino-paziente”.