I dati diffusi ieri dalla Regione Sicilia, relativi al contagio da Coronavirus nell’isola, confermano una tendenza positiva in atto, ormai, da diversi giorni e fanno intravedere la luce in fondo al tunnel. Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, alla voce contagi, si è potuto leggere uno 0. Per la prima volta, in questi mesi difficili, non si è registrato alcun nuovo contagio. Segno che, nonostante i numerosi campanelli d’allarme e le numerose recriminazioni, il percorso tracciato dal popolo siciliano nelle quasi tre settimane di “Fase II” è stato quello giusto.
Fatta questa doverosa e rassicurante premessa è altresì doveroso ampliare la nostra analisi, mettere in campo le dovute e necessarie precisazioni per far si che la luce non si spenga alla fine del tunnel, che non si ripiombi nell’oscurità delle tenebre che ha caratterizzato l’ultimo periodo. Ci sarà tempo e modo per analizzare e giudicare il lavoro delle istituzioni e del sistema sanitario regionale nell’ambito dell’emergenza sanitaria in Sicilia, ma, al momento, ciò che preme di più è il racconto e lo studio di ciò che avviene oggi e che potrà avvenire domani. Per farlo è necessario considerare lucidamente tutte le sfaccettature, tutte le variabili che entrano inevitabilmente in gioco.
Aspetto fondamentale e primario, da questo punto di vista, secondo chi scrive, riguarda l’atteggiamento dei siciliani in questa fase, il modo in cui il popolo isolano ha affrontato e vissuto l’emergenza. Al netto di alcuni comportamenti fuori luogo, privi di logica ed egoistici, specie quelli verificatisi in momenti particolarmente delicati, va detto che il senso di responsabilità ha prevalso, così come il rispetto delle varie norme messe in campo dal governo centrale e da quello regionale. A dispetto di una narrazione che vorrebbe gli italiani, ed in particolare gli italiani del Sud, forgiati dall’inciviltà e dallo sfregio della convivenza civile, la risposta è stata, quasi sempre, esemplare. Guardando, come ci siamo ripromessi di fare, al presente, a ciò che accade oggi vanno fatte alcune precisazioni. Se appaiono, obbietivamente stucchevoli, alcune polemiche da “dagli all’untore” circa gli inevitabili assembramenti nei luoghi pubblici, nelle piazze e nelle strade, va altresì ribadito con forza che, proprio perchè certe situazioni sono inevitabili, l’uso della mascherina è neccesario e doveroso laddove, come ha ricordato anche la Regione Siciliana in un chiarimento sulla discussa ordinanza, non sia possibile mantenere il distanziamento interpersonale. Al momento, infatti, nessun provvedimento legittima l’esserne sprovvisti o il mancato uso. D’altra parte, però, è lecito attendersi una risposta seria e pragmatica da parte di chi, sul territorio, è chiamato a far rispettare questa norma, evitando taluni atteggiamenti da caccia alle streghe che, purtroppo, si sono talvolta verificati su tutto il territorio nazionale. Anche da questo punto di vista, quindi, la stella polare dovrà essere quella delle responsabità reciproca.
I tempi, in Sicilia, sono ormai maturi per un graduale e responsabile ritorno alla vita di tutti i giorni, adottando i giusti accorgimenti e avanzando ancora nel solco della maturità e della convivenza civile. I tempi che verranno, inutile negarlo, saranno duri, complicati, difficili. La crisi economica, e lo vediamo già da ora, minaccia di essere più pericolosa e letale di quanto lo sia stata quella sanitaria. Se ne potrà uscire, si potrà certamente superare anche questa fase, ma servirà una risposta univoca e compatta, che faccia leva sulle qualità migliori e più apprezzate del nostro popolo.