La Sicilia viaggia spedita verso il ritorno all’etichettatura di regione arancione. La fascia intermedia di rischio per la diffusione del Coronavirus arriva dopo due settimane di zona rossa che hanno portato ad una discesa della curva di contagio ma anche piegato la resistenza dei siciliani, costretti a rivivere momenti difficili a causa delle forti restrizioni imposte. La Sicilia ha pagato un mese di dicembre vissuto non nel pieno rispetto delle regole, la zona rossa è stata un prezzo forse troppo caro per chi le regole le ha seguite e ha visto la propria attività azzerare – o quasi – i propri guadagni. Soprattutto di questo dovranno occuparsi i vertici della politica nazionale e regionale, al momento della ripresa. Regna il caos, ancora, sulla questione vaccini: ritardi nelle forniture, querelle internazionali e scontri istituzionali, il problema dei richiami e i furbetti che in barba alle regole si vaccinano senza averne diritto secondo il target temporale imposto alle fasce di età e di rischio sanitario.
Oggi dovrebbe arrivare l’ufficialità della fine della zona rossa, l’ultimo bollettino pubblicato racconta di un boom di guariti (1811 persone), praticamente il doppio dei nuovi contagi (994) e 37 morti. L’indice di contagio migliora, ma a prescindere da questo la Sicilia ha tremendamente bisogno di rimettersi in moto. Ripartiranno anche le scuole, previsto un graduale ritorno tra i banchi in presenza e anche molti negozi torneranno finalmente a riaprire.