Il Tribunale di Termini Imerese (PA) ha condannato la Fondazione Giglio di Cefalù al pagamento delle retribuzioni maturate a una lavoratrice che era stata sospesa a luglio, senza stipendio, perché non vaccinata contro il Covid-19, obbligatorio per il personale sanitario. La dottoressa non si era sottoposta al vaccino per motivi legati a problemi di salute. La professionista aveva chiesto di essere adibita a mansioni diverse da quelle strettamente sanitarie. Dunque la donna, assistita dalla Funzione Pubblica dai legali Pietro Vizzini e Katia Vella, ha impugnato il provvedimento di sospensione davanti al giudice del lavoro di Termini Imerese con un ricorso d’urgenza che è stato accolto. Nella sentenza il magistrato ha dichiarato “illegittimo” il provvedimento poiché la mancata vaccinazione era riconducibile a ragioni di salute e condannato la fondazione Giglio a riammettere la dipendente in servizio e a corrisponderle le retribuzioni maturate dalla data di sospensione fino alla data della effettiva riammissione e le spese legali.
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