Si conclude una vicenda surreale consumatasi nel mese di maggio a Gela (CL). Finiscono in carcere con l’accusa di tentato omicidio un 35enne e un 40enne, nipote e zio. Quest’ultimo, alla guida di una vettura di grossa cilindrata, aveva investito il parente che viaggiava su uno scooter per poi colpirlo con una catena. Il più giovane è riuscito a salvarsi e ha ordito una vera e propria vendetta. Si è, infatti, recato in via Annibal Caro piazzandosi davanti a un palazzo, sparando in direzione della cugina nonché cognata, anche lei familiare dello zio. La giovane è riuscita a schivare il colpo. Gli uomini sono stati identificati e arrestati dai Carabinieri. Sono due i soggetti, vicini al 35enne, che sono stati raggiunti dal divieto di avvicinamento alla persona offesa poiché avrebbero intimorito un testimone affinché rendesse falsa testimonianza.
Il procuratore di Gela, Fernando Asaro, sottolinea il silenzio della cittadinanza sui crimini avvenuti in pieno giorno. “Anche in questo caso – ha detto – si verifica un diffuso senso di omertà tant’è che la denuncia dell’episodio in danno della famiglia della ragazza interviene soltanto molte ore dopo il fatto. Va evidenziato che siamo in una domenica mattina, quindi in pieno giorno, in una zona frequentata, dove un’auto a tutta velocità insegue uno scooter, con a bordo una persona, come descritto dalle immagini. Successivamente l’automobilista investe l’altro giovane per due volte per poi picchiarlo con una catena. Dopodiché la vittima va a sparare all’indirizzo di un’abitazione. Tanta gente per strada, tanti testimoni ma come al solito c’è tanta omertà. Non è la prima volta. Ci confrontiamo con attività che poi acquisiamo attraverso lo sforzo degli organi investigativi, in questo caso dell’Arma dei carabinieri, a cui magari si lega qualche testimonianza, ma che non va ad aggiungere nulla alle indagini e le integra soltanto”.