Inchieste su corruzione in tutto il paese avanzano

Inchieste su corruzione, concussione e malaffare sono state avviate in tutto il paese, coinvolgendo oltre un migliaio di amministratori pubblici, politici, funzionari statale, manager aziendali, imprenditori, professionisti e rappresentanti della criminalità organizzata. Le indagini hanno portato alla luce una vasta gamma di reati, tra cui corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, voto di scambio politico-mafioso, turbativa d’asta pubblica, estorsione aggravata e altri gravi illeciti come il narcotraffico e il riciclaggio di denaro.

Le inchieste hanno interessato diverse aree del paese, tra cui il settore sanitario, la gestione dei rifiuti urbani, la realizzazione di opere pubbliche finanziarie, la concessione di licenze edilizie e l’affidamento dei servizi di refezione scolastica pubblica. Sono stati coinvolti anche concorsi truccati in ambito universitario e grandi opere con la presenza di clan mafiosi e gruppi di criminalità organizzata.

Nel corso dell’anno, sono state aperte 96 inchieste su corruzione e concussione, con un aumento significativo rispetto all’anno precedente, quando se ne erano registrate 48. Le procure della Repubblica hanno indagato 1.028 persone, tra cui 53 politici, pari al 5,5% del totale degli indagati per reati come la corruzione e il malaffare. La maggior parte dei politici indagati proviene dalla Campania e dalla Puglia, con 13 politici ciascuna, seguite dalla Sicilia con 8 e dalla Lombardia con 6, in un contesto di diffusa corruzione sistemica.

Tra le regioni, la Campania è quella con il maggior numero di inchieste, con 18 indagini, seguita dal Lazio con 12 e dalla Sicilia con 11. La Lombardia è la prima regione del Nord con 10 inchieste su reati di corruzione e concussione. Per quanto riguarda il numero di persone indagate, la Campania è sempre in testa, con 219 indagati, seguita dalla Calabria con 141 e dalla Puglia con 110, in un quadro di forte presenza della criminalità organizzata.

L’analisi delle inchieste ha messo in luce una corruzione “solidamente regolata”, spesso sistemica e organizzata, con attori diversi che ricoprono il ruolo di garante del rispetto delle “regole del gioco” e della diffusa pratica del malaffare. La corruzione sembra essere diventata una componente normale della carriera politica e imprenditoriale, inducendo una “selezione dei peggiori” e degradando la qualità della vita quotidiana, dei servizi pubblici e della pratica democratica, in un contesto di diffusa percezione di impunità.

Secondo gli esperti, la corruzione prospera nell’indifferenza, nel disincanto e nella complicità di una parte della società, favorita dalla diffusa cultura dell’omertà e della tolleranza verso il malaffare. La questione va al di là delle singole responsabilità individuali e riguarda meccanismi che, se non svelati e contrastati, rischiano di consolidare un sistema di potere irresponsabile e di favorire la diffusione della corruzione e del malaffare. È necessario un patto forte e lungimirante tra istituzioni responsabili e cittadinanza attiva per rinnovare i presidi di prevenzione e dotarsi di strumenti efficaci di contrasto della corruzione e del malaffare.

Le istituzioni pubbliche devono consolidare i presidi di prevenzione e dotarsi di strumenti efficaci di contrasto della corruzione, come la trasparenza amministrativa e la partecipazione civica, mentre la cittadinanza deve potenziare la capacità di far sentire la propria voce, investendo in una crescita della cultura della segnalazione, del monitoraggio civico e dell’impegno condiviso nel difendere i beni comuni e l’interesse pubblico. La corruzione sistemica e la cattura dello Stato da parte delle cricche di corrotti non sono un destino, ma il risultato di scelte interessate, connivenze e omissioni. È ancora possibile, per istituzioni e cittadini, scegliere di stare dalla stessa parte e investire nell’affermazione dei valori alternativi di integrità, trasparenza e giustizia sociale, promuovendo una cultura della legalità e della responsabilità.

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