Infiltrazioni di Cosa Nostra nelle scommesse online. La Guardia di Finanza di Catania, con il supporto dello Scico di Roma – nell’ambito dell’operazione “Doppio Gioco” -, esegue un’ordinanza di custodia cautelare ai danni di 23 persone residenti in Sicilia, Emilia Romagna, Puglia, Germania, Polonia e Malta. I soggetti, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, sarebbero responsabili, a vario titolo, di esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata e autoriciclaggio. Tutti i crimini sono aggravati dalla finalità di favorire gli interessi dell’associazione di tipo mafioso “Santapaola-Ercolano”. Complessivamente sono indagate 336 persone. Disposto dal GIP il sequestro di beni e società per 80 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno diffuso una nota relativamente all’inchiesta odierna che riportiamo di seguito:
È stato inoltre disposto il sequestro preventivo, in Italia e all’estero, di società, beni immobili e mobili, rapporti di conti corrente e disponibilità finanziarie per oltre 80 milioni di euro. Nel dettaglio, le indagini, svolte dai militari appartenenti al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania, hanno tratto origine dall’approfondimento di una segnalazione di operazione sospetta e hanno riguardato il sistema di illecita raccolta e gestione delle scommesse sportive on line, oltre che delle attività volte al riciclaggio dei relativi proventi. In particolare è stato accertato che la consorteria criminale ha in primo luogo ideato un apposito sito internet, non autorizzato a operare in Italia, attribuendone la proprietà a una società maltese, al fine di occultare il legame con il territorio nazionale e le connessioni con la criminalità organizzata.
È stata poi organizzata, sempre a cura dell’associazione criminale, la illecita raccolta di scommesse “da banco” sull’intero territorio nazionale, attraverso una rete di agenzie, collegate, quali centri di trasmissione dati, al predetto sito internet: al riguardo, le indagini hanno permesso di accertare che solo una parte minimale delle scommesse avveniva on line, mentre la maggior parte delle puntate è stata effettuata in presenza e pagate in contanti. L’analisi dell’operatività del sito internet – verso cui affluivano tutte le puntate – ha permesso di evidenziare che il totale della raccolta delle scommesse è stata pari a 32 milioni di euro, mentre la società maltese, che in realtà ha operato come stabile organizzazione sul territorio nazionale, ha evaso le imposte sui redditi per oltre 30 milioni di euro. Gli importi delle scommesse, raccolte dalle varie agenzie sul territorio nazionale, e i proventi dell’evasione, complessivamente pari a oltre 62 milioni di euro sono poi affluiti nei conti della società maltese e, da lì, ulteriormente riciclati nell’acquisito di terreni, fabbricati, società in Italia (Puglia ed Emilia Romagna) e in Germania.
A tale riguardo, molto importanti sono risultati i riscontri effettuati dai militari del Nucleo PEF di Catania, che hanno consentito, tra l’altro, di sottoporre a sequestro quasi 180 mila euro in contanti, occultati nel doppio fondo di un’autovettura. In esito alla complessa e articolata attività di indagine del Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania e dello SCICO, il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale, su proposta della Procura della Repubblica, ha quindi disposto misure cautelari personali e reali nei confronti degli appartenenti all’associazione criminale. Nel dettaglio, sono state disposte misure restrittive nei confronti di 23 soggetti (di cui 12 destinatari di custodia cautelare in carcere, 2 destinatari degli arresti domiciliari e 9 della misura interdittiva dell’esercizio dell’attività commerciale), indagati a vario titolo per esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio.
È stato inoltre sottoposto a sequestro il rilevante patrimonio dell’associazione, così costituito: disponibilità finanziarie, disponibili su conti correnti in Italia, Malta e Polonia, per un valore di 62 milioni di euro; fabbricati e terreni in Emilia Romagna e Puglia; una società in Germania, operante nel settore della ristorazione, per un valore complessivo di 80 milioni di euro. L’attività dei Finanzieri di Catania si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Guardia di Finanza volte al contrasto sotto il profilo economico-finanziario, delle associazioni a delinquere di tipo mafioso, al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale, e di partecipazione al capitale di imprese sane, anche profittando delle difficoltà legate al periodo di contrazione economica.
I nomi dei coinvolti
Persone ristrette in carcere
Carmelo Placenti (Catania, 31/08/1974);
Giuseppe Gabriele Placenti (Catania, 18/03/1987);
Cristian Di Mauro (Catania, 17/08/1993);
Carmelo Rosario Raspante (Regalbuto 17/02/1960);
Francesco Catacchio (Bari, 30/09/1980);
Corrado Casto (Noto 17/12/1958);
Graziella Barberi (Regalbuto 19/11/1975);
Antonino Agatino Epaminonda (Catania 25/07/1967);
Salvatore Sparacio (Messina, 14/08/1975);
Giuseppe Boscarino (Siracusa 27/09/1979);
Paolo Rampino (Torino 06/06/1984);
Ignazio Russo (Catania 19/04/1966).
Finiscono ai domiciliari
Gino Pennetta (Galatina 25/10/1977);
Antonio Di Marzo (Bari, 14/06/1972).
Misura interdittiva dell’attività imprenditoriale e di qualsiasi attività lavorativa, anche impiegatizia, nell’ambito del mondo lavorativo che ruota intorno alle scommesse
Alessandro Cammarata (Catania, 17/12/1979);
Francesco Cocimano (Catania, 09/07/1985);
Giuseppe Cocimano (Catania, 22/06/1975);
Marco Daidone (Messina, 05/09/1973);
Federico Di Cio (Modica, 24/10/1977);
Angelo Fabio Mazzerbo (Licata, 07/10/1978);
Salvatore Spinali (Roma, 13/09/1961);
Alfredo Valenti (Siracusa, 21/05/1987);
Leonardo Zappalà (Mascali, 28/03/1961).