Indagati e sequestri nell’ambito di un’operazione antimafia, denominata “New Park”. Sono circa 50 i militari delle Fiamme Gialle di Enna e della Tenenza di Nicosia, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, con il supporto delle unità cinofile di Catania, che hanno eseguito una decina di provvedimenti di perquisizione in diversi comuni di Enna, Messina e Catania. Coinvolti anche elementi di spicco della criminalità organizzata di stampo mafioso operante nel territorio dei Nebrodi. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Contestata anche la circostanza aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso.
Sono 14 gli indagati, di cui alcuni già destinatari in passato di misure restrittive e custodia cautelare per fatti analoghi e 5 di loro erano stati imputati per l’attentato mafioso del 2016 ai danni del presidente dell’epoca del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Il fatto fu sventato dal vice questore e dagli uomini della Polizia di Stato, agenti recentemente promossi per Merito Straordinario e Medaglia al Valore. Il procedimento è stato archiviato ma, secondo le dichiarazioni del procuratore, le indagini continuano per consegnare alla giustizia i mafiosi che compirono l’attentato. Al centro dell’inchiesta odierna l’assegnazione condizionata dall’influenza mafiosa di 1.100 ettari di pascoli del Parco dei Nebrodi tramite licitazione privata con il metodo delle offerte segrete tenute da parte dell’Azienda speciale silvo pastorale di Troina.
Figurano nell’operazione 2 ex direttori pro tempore dell’Azienda ennese: Giuseppe Alessandro Militello e Salvatore Pantò. Sono 10, invece, gli imprenditori agricoli imputati: Giuseppe Conti Taguali, Carmela Pruiti, Gaetano Conti Taguali, Calogero Conti Taguali, Sebastiano Conti Taguali, Maria Conti Taguali, Melissa Miracolo, Sebastiano Musarra Pizzo, Salvatore Armeli Iapichino, e Sebastiano Foti Belligambi.
Secondo la DDA di Caltanissetta i 10 con la connivenza del direttore pro-tempore dell’Azienda silvo pastorale, che procedeva anche all’arbitrario frazionamento del valore dei contratti al di sotto della soglia all’epoca prevista per le verifiche antimafia, avvalendosi del metodo mafioso e della forza intimidatrice, hanno di fatto monopolizzato le procedure negoziali. La Procura sostiene che la questione avrebbe scoraggiato l’accesso alle stesse ad altri concorrenti con fondate aspettative di aggiudicazione della gara pubblica, ottenendo in tal modo l’assegnazione di lotti di pascolo tramite la presentazione di offerte “incoerentemente” minime – previamente concordate tra i coindagati – rispetto a quelle fissate a base d’asta. Le aggiudicazioni illecite avrebbero permesso ai 10 imprenditori la percezione indebita, dal 2014 al 2017, di contributi comunitari per 2,5 milioni di euro complessivi. Dai controlli sulla gara bandita nel 2017 è emersa l’ipotesi di un’estorsione ad opera di altri 2 indagati a un imprenditore del messinese, legittimamente assegnatario di alcuni lotti di pascolo che erano prima gestiti da alcuni degli indagati. Nelle perquisizioni domiciliari eseguite dalle Fiamme Gialle del comando provinciale di Enna sono stati rinvenuti e sottoposti a ritiro cautelare 12 fucili, 3 pistole, 10 coltelli e munizioni di vario calibro.