La mafia mette le mani sul business degli orologi di lusso. Ordinanza di custodia cautelare ai danni di 15 persone e sequestro preventivo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I provvedimenti sono stati eseguiti dal Nucleo speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza. Nello specifico uno degli indagati è finito in carcere, 11 ai domiciliari e 3 colpiti dal divieto di espatrio e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Il nuovo collaboratore di giustizia Gaetano Fontana ha contribuito all’avvio dell’inchiesta che è la prosecuzione di un’operazione dello scorso maggio. Quest’ultima colpì il clan mafioso dei Fontana e portò a 90 arresti per associazione mafiosa, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse. Emergono gravi indizi a carico di alcuni esponenti della famiglia Fontana, storicamente alla “guida” dei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella del mandamento mafioso di Resuttana e in parte trasferita in quel di Milano. Alcuni degli indagati avrebbero reinvestito ingenti risorse finanziarie, provento dei reati commessi nel territorio del capoluogo siculo, nell’affare del commercio “in nero” degli orologi di lusso. La merce era destinata a clienti facoltosi. I coinvolti nell’inchiesta odierna avrebbero realizzato operazioni finanziarie anche con l’estero tramite una fitta rete di relazioni commerciali con operatori del settore in questione. Nello specifico si tratta di esercizi di “compro-oro” a Londra, Milano, Roma e Palermo. I 15 sono ritenuti responsabili – a vario titolo – di favoreggiamento personale, riciclaggio, autoriciclaggio, con l’aggravante del reato transnazionale e di aver favorito “Cosa Nostra”. Sotto sequestro il patrimonio e il complesso aziendale di una gioielleria di Milano nonché un compro-oro di Palermo e rapporti finanziari per 2,6 milioni di euro. Le operazioni si svolgono in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia, grazie al supporto dei Nuclei PEF di Milano, Torino, Palermo, Pordenone e Grosseto.