Un maresciallo dei carabinieri di 34 anni è stato condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della sua ex fidanzata, con cui aveva condiviso un alloggio di servizio nel comune delle Madonie, un caso di violenza domestica particolarmente grave. La condanna è stata emessa dal giudice Sandro Potestio del tribunale di Termini Imerese, dopo una denuncia presentata nel 2018 dalla donna, assistita dall’avvocato Maria Rotondi, specializzata in diritto di famiglia e violenza di genere.
Gli episodi di violenza fisica e psicologica risalgono al 2017, quando la coppia conviveva e il maresciallo era vicecomandante di una caserma del comune, esercitando un potere e un controllo sulla sua partner. La donna ha raccontato di aver subito continui maltrattamenti, umiliazioni e percosse legate alla gelosia e al carattere prevaricatore dell’uomo, una vera e propria situazione di stalking e abuso. Tra gli episodi di violenza domestica, ci sono stati momenti di tensione che si sono verificati anche nell’alloggio di servizio, dove le discussioni sono sfociate in atti di violenza e aggressione.
In un’occasione, il maresciallo ha strattonato la ragazza facendole sbattere la schiena contro un divano, e in un’altra occasione l’ha colpita con diversi schiaffi alla testa, un caso di violenza contro le donne particolarmente allarmante. Ha anche scritto un messaggio alla donna in cui le ha minacciato di ucciderla se avesse assunto un “comportamento da troia”, una forma di violenza psicologica e minaccia. Inoltre, in un’altra occasione, ha afferrato la donna e le ha sbattuto la testa contro il muro, facendole urtare la schiena contro la struttura del letto, causandole lesioni personali gravi.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso risale a settembre 2017, quando il maresciallo ha sbattuto la ragazza contro un muro e l’ha scaraventata a terra, bloccandole le braccia e comprimendole l’addome con il ginocchio, causandole una “contusione epatica post traumatica” giudicata guaribile in 40 giorni, un caso di lesioni personali gravi. La donna aveva cercato di minimizzare l’episodio, parlando di un incidente avvenuto in palestra, ma successivamente è stata diagnosticata con un “disturbo post traumatico da stress”, una conseguenza diretta della violenza subita.
La Procura ha chiesto e ottenuto il decreto con cui è stato disposto il giudizio nei confronti del maresciallo, che è stato condannato per tutti e quattro i capi d’imputazione contestati, una sentenza importante nel combattere la violenza domestica e di genere. Il risarcimento del danno nei confronti della donna dovrà essere quantificato in separata sede, un passo importante per la giustizia e la compensazione delle vittime di violenza. Il giudice ha indicato 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza, un termine per cui si dovranno depositare le motivazioni della sentenza di condanna.