Botta e risposta sull’emergenza migranti tra il Governo Nazionale e la Regione Siciliana. “L’emergenza ci sarebbe se restassero tutti in Sicilia – afferma il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese -. Cosa che non avviene perché dopo il periodo di quarantena sulle navi vengono distribuiti sul territorio”. L’esponente dell’esecutivo sostiene che la scelta di predisporre delle navi per i controlli sanitari “è stata positiva” e sottolinea che “molti degli sbarchi sono autonomi e non possiamo fermarli”.
Non tarda ad arrivare la risposta del governatore isolano, Nello Musumeci, che ieri aveva chiesto al premier Mario Draghi delle risposte certe. “Secondo il Ministro Lamorgese in Sicilia non c’è emergenza perché i migranti che arrivano vengono trasferiti dall’isola, dopo la quarantena fatta su quelle navi che – va ricordato – lo scorso anno proprio io ho proposto di approntare – dice Musumeci -. A differenza del ministro, continuo a ritenere necessaria la dichiarazione dello stato di emergenza perché la condizione è questa. Non per una mia suggestione, ma per il numero complessivo dei migranti sbarcati, per la condizione sanitaria determinata dal Covid19, per la gestione pre e post quarantena degli arrivi, per l’impatto che esercita sul tessuto socio-economico. Dichiarare lo stato di emergenza non è una richiesta ideologica o improntata a uno scontro tra Stato e Regione (oggi più che mai dannosa). Vuol dire semplicemente prendere atto della realtà e provare a dare un segnale forte, soprattutto a quel sistema di istituzioni comunitarie che non riesce e non vuole affrontare in modo compatto e autorevole il rapporto con il Sud del mondo. Fingendo di non capire che di quel Sud la Sicilia è la porta”.