I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 8 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e un provvedimento cautelare reale. L’indagine, coordinata dalla DDA, è una costola dell’operazione Brevis del 4 aprile. Le ipotesi di reato sono – a vario titolo – associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione. Contestato anche il trasferimento fraudolento di beni e valori, tutte aggravate dal metodo mafioso. Al centro delle investigazioni il mandamento mafioso palermitano di Pagliarelli. È stata ricostruita una vicenda che mette in risalto il controllo di “Cosa Nostra” tramite la risoluzione diretta di controversie tra privati. La questione si sarebbe conclusa con l’intervento in prima persona del presunto reggente del mandamento di Pagliarelli che sarebbe riuscito a entrare in possesso di una lussuosa villa con piscina in un’area rurale nel Comune di Palermo. L’immobile, che è stato oggetto di sequestro, sarebbe stato adibito ad abitazione principale del capo mandamento e della sua famiglia ma formalmente intestato al legittimo proprietario.
I militari, inoltre, hanno ricostruito una presunta associazione finalizzata al traffico illecito di droga (cocaina, hashish e marijuana) che veniva redistribuita in varie parti di Palermo. Gli indagati per l’hashish si sarebbero rivolti a un gruppo di corrieri campani. Questi si sarebbero riforniti direttamente nella cittadina spagnola di Malaga e avrebbero curato il trasporto della droga fino al capoluogo siciliano. Il riformamento della cocaina avveniva da calabresi che si sarebbero fatti carico della consegna. L’organizzazione, retta dal presunto reggente del mandamento di Pagliarelli, avrebbe contato su un continuo afflusso di sostanze stupefacenti. Il promotore dell’associazione, destinatario e materiale gestore delle somme derivanti dallo smercio della droga, sarebbe stato individuato dal capo del mandamento palermitano di Pagliarelli quale persona deputata alla gestione della cassa dell’associazione mafiosa. La stessa doveva raccogliere il denaro necessario al mantenimento dei familiari dei consociati detenuti.
Nel corso delle indagini erano già stati arrestati in flagranza 3 soggetti ed è stato deferito in stato di libertà un altro individuo nonché sequestrati una settantina di kg di droga e circa 20.000 euro in contanti. L’afflusso costante di sostanze stupefacenti nel capoluogo siciliano è reso possibile grazie a questo imponente import criminale. A tal proposito i Carabinieri di Palermo hanno eseguito 112 arresti in soli 35 giorni riguardanti sette presunte vaste aree di spaccio cittadine. Secondo le risultanze investigative l’attività di vendita al dettaglio di stupefacenti è considerata da Cosa Nostra pure un vero e proprio ammortizzatore sociale da concedere alle fasce sociali delle zone cittadine più critiche. L’organizzazione mafiosa mantiene però sempre un rigido controllo del più lucroso flusso di approvvigionamento di droga sull’isola.
Operazione Brevis II: i nomi
Gli arrestati sono i palermitani Giuseppe Calvaruso (44 anni) Giovanni Caruso (50 anni), Angelo Costa (28 anni), Francesco Duecento (20 anni), i napoletani Gianluca Carrotta (26 anni), Giuseppe Bifano (45 anni), Ciro Casino (49 anni) e Domenico Pangallo, 38enne di Locri (Reggio Calabria).