La città di Catania sta affrontando un periodo non semplice. Oltre all’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, in terra etnea c’è un altro problema sociale a destare particolare preoccupazione, ossia l’aumento dello stato di povertà tra la popolazione. L’ultimo report di Caritas Diocesana appare chiaro in proposito. Ad approfondire la questione ai microfoni di Antenna Uno Notizie, Salvo Pappalardo, responsabile delle attività in Caritas Diocesana.
Il Covid-19 ha messo e mette ancora a dura prova l’intera popolazione. A combattere in prima linea il Coronavirus e le conseguenze, anche dal punto di vista sociale, che ne derivano c’è la Caritas. Quali interventi sono stati svolti in questo periodo così tormentato dalla pandemia?
“La situazione che ha portato la Caritas a intervenire a causa dell’emergenza sanitaria non è stata per nulla facile perché tante restrizioni, doverose per la tutela di tutti, hanno portato alla sospensione di alcuni servizi. Sono stati mantenuti i servizi di prima necessità come ad esempio soddisfare il fabbisogno alimentare: tutti i giorni, da lunedì a domenica, interveniamo a beneficio delle famiglie, dei tanti fratelli e sorelle stranieri che chiedono di soddisfare il proprio fabbisogno alimentare tramite un pasto. Questo pasto viene dato a tutti coloro che lo richiedono sia a colazione sia a pranzo sia a cena, il tutto dalle ore 12:30 alle 14:00. Parliamo di pacchi spesa, cibi già cotti affinché le persone possano sopperire il fabbisogno dell’intera giornata. La quotidianità di una famiglia necessita di tanti altri interventi, motivo per cui ci siamo ritrovati a soddisfare anche determinati bisogni: chi aveva necessità di acquistare una bombola per cucinare a casa, siamo intervenuti con l’acquisto di farmaci e tante altre esigenze come pagamento affitti, rate di mutui, pagamenti di utenze domestiche. La Caritas Diocesana con le proprie risorse provenienti dai fondi C.E.I. 8 per mille e dalla chiesa locale cerca di sopperire a tutte queste richieste. Spesso per l’elevata richiesta dobbiamo far ricorso ad altri canali di collaborazione con il terzo settore”.
La Caritas sostiene e cerca di essere un solido appoggio per quella parte della popolazione più povera e bistrattata. Come sta in tal senso la città di Catania?
“Da oltre un anno ormai la nostra città, Catania, vive in una situazione veramente drammatica, non solo a causa del dissesto finanziario formalmente dichiarato nel 2018 ma soprattutto per la carenza di investimenti, la precarietà del lavoro. Ecco perché tante famiglie che vivono a Catania o nelle zone limitrofe stanno risentendo particolarmente, anche a causa della pandemia, le varie difficoltà di una economia che stenta a ripartire. Lo riscontriamo quotidianamente in Caritas Diocesana. In questo periodo veramente difficile, il territorio si trova in una situazione di estremo disagio. Auspichiamo che tutte le forze interessate alla ripartenza, le istituzioni possano insieme all’ente locale investire nel territorio, trovare delle soluzioni a beneficio di tutte quelle persone che chiedono non tanto una forma assistenziale ma una nuova opportunità di integrazione per loro e le loro famiglie”.
Quanto il Covid ha influito nell’incremento dei dati sulla povertà? C’è stata una differenza con la situazione precedente la pandemia?
“Ogni anno in Caritas Diocesana, tramite il servizio dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse, abbiamo riscontrato aumenti di richieste da parte dei cittadini, sia italiani sia stranieri. Se vogliamo fare una panoramica su qualche attività di primaria necessità, nel servizio mense tra il 2018 e il 2019 ci sono stati degli aumenti di almeno 10.000 pasti nel corso dell’anno e la previsione del 2020 non è stata affatto rosea per quanto già preventivata. Già solo nel servizio mensa dell’Help Center siamo arrivati a toccare la preparazione di 600 pasti al giorno quotidiani, da lunedì a domenica, per soddisfare il fabbisogno alimentare. Temiamo che questa emergenza possa anche per il 2021 creare delle difficoltà alle famiglie e portare a un ulteriore aumento sia di pasti sia di richieste di intervento per la quotidianità familiare. Come Caritas Diocesana siamo presenti, attivi e cerchiamo di fare del nostro meglio anche grazie allo spirito di sacrificio di operatori e volontari. Tuttavia la previsione con la direzione della Caritas non è per nulla rosea per il 2021”.
Anna Aqueci