Procedimento giudiziario a Catania contro 25 imputati

Il procedimento giudiziario per voto di scambio nei confronti di Giuseppe Castiglione, ex presidente del Consiglio comunale di Catania e deputato regionale del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, è pronto a entrare nel vivo. Il giudice per l’udienza Preliminare Fabio Di Giacomo Barbagallo ha ammesso come parti civili i Comuni di Catania e Misterbianco, la Regione Sicilia, il ministero dell’Interno e l’associazione Alfredo Agosta, in un caso che seespande intorno alla presunta infiltrazione della mafia di Cosa nostra nei gangli della pubblica amministrazione, in particolare nel settore degli appalti pubblici.

Il procedimento nasce dall’operazione Mercurio, condotta dai carabinieri del Reparto operativo speciale e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia etnea, che ha messo in luce la capacità della famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano di penetrare all’interno della pubblica amministrazione per coltivare i propri interessi economici. Gli imputati sono in tutto 25 e il caso rappresenta un esempio di come il voto di scambio politico-mafioso possa influenzare le elezioni, in questo caso le Regionali del 2022 e le Comunali del 2021 a Misterbianco.

Il giudice Di Giacomo Barbagallo ha escluso, per un vizio di forma, il Comune di Ramacca e ha fissato il calendario delle udienze: il 17 ottobre prossimo per l’udienza preliminare e il 4 novembre per chi ha scelto di accedere al rito abbreviato. Tra le persone coinvolte nel blitz figurano anche l’ex sindaco di Ramacca, Nunzio Vitale, e l’ex vicepresidente del Consiglio comunale dell’ente, Salvatore Fornaro, che sono stati coinvolti nell’indagine sulla mafia e il voto di scambio.

Tra gli imputati per cui la pm Raffaella Vinciguerra ha chiesto il rinvio a giudizio figurano il deputato regionale Castiglione, che ha rivestito pure il ruolo di componente della commissione Antimafia regionale all’Ars, e l’ex consigliere comunale di Misterbianco Matteo Marchese. Entrambi sono accusati di voto di scambio politico-mafioso per un presunto accordo con la famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano finalizzato a ottenere consensi elettorali, in un caso che solleva interrogativi sulla trasparenza e la legalità nella gestione degli appalti pubblici. Le contestazioni riguardano le Regionali del 2022 per Castiglione e le Comunali del 2021 a Misterbianco per Marchese. Tra i personaggi del panorama mafioso che avrebbero sostenuto Castiglione compare il nome del boss Rosario Bucolo, indicato nelle carte dell’indagine come il responsabile di Cosa nostra nella zona del Castello Ursino, a Catania, il quale ha scelto di collaborare con la giustizia all’inizio di settembre.

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